BRICCHETTI crosa dei Bricchetti
viene citata solo sul Gazzettino Sampierdarenese; il nome – che dialettalmente significa ‘fiammeferi’ - proviene dalla loro somiglianza della pasta prodotta nell’opificio.
Non è nome ufficiale della toponomastica, ma popolare; si aggiunge a tanti altri, sottolineando l’uso di nomi o nomignoli pratici e sempre atti a riconoscere una zona o una strada, sulla scorta della maggiore rappresentatività nel luogo. Questo avveniva specie nei periodi ante 1900 quando ancora non esistevano nomi ufficiali se non per le vie più grosse.
Corrisponde all’attuale via Albini, laddove a mare della villa Grimaldi d’angolo levante - al posto della cancellata che delimita il nuovo palazzo di piazza Treponti - era la fabbrica di pasta dei Rebora.
Il Rebora fu uno degli esempi di ‘foresto’, imprenditore dotato di una tenace volontà di autonomia, di indole modesta e schiva ma cultore del mito della famiglia e della operosità, che dal poco, riuscì a creare un opificio di grosse dimensioni; divenendo uno dei tanti borghesi agiati che subentrarono nella gestione economica della città sia perché datori d’opera, sia perché partecipi attivamente di quell’industriosità che distinse la città di San Pier d’Arena nei cento anni a cavallo del 1900.
Andrea Rebora ( il cognome proviene dal dialettale ‘castagna seccata e poi bollita; erano piccoli proprietari terrieri con un mulino in vicinanza di Isoverde; di loro si conosce l’attività dal 1780 con il padre Francesco Antonio, imparentato con quel Clemente che nel 1747 fu a capo della rivolta contro gli austriaci, e da cui discende il poeta omonimo). Nei primi anni del 1800 si trasferì in San Pier d’Arena iniziando una attività di pastaio che trovò favorevole inserimento nel tessuto produttivo cittadino e che durò generazionalmente sino al dopoguerra dell’ultimo conflitto mondiale.
In piena espansione commerciale, apprezzati per la qualità del prodotto, per la precisione nel lavoro, per il prezzo concorrenziale, avendo trovato commissioni in grossi complessi come per il regio esercito, per molti conventi, per le carceri, i discendenti riuscirono a comperare la villa Grimaldi (allora in ‘via sant’Antonio’, poi divenuta ’via generale Cantore’ e poi via N.Daste oggi Largo Gozzano; e che da allora è detta villa Grimaldi-Rebora; sul portone in una nicchia è contenuta la statua della Madonna della Guardia con lo scritto ‘protexisti ed protegeris’ applicato dai Rebora, famiglia assai religiosa, in conseguenza della miracolosa guarigione di un nipotino, omonimo del fondatore), ed erigere un grosso opificio nei giardini, a mare della villa, che delimitavano l’attuale via A.Albini.
L’Andrea, in città, sposò Carlotta Bruno, figlia di Giovanni (uno dei fondatori del teatro Modena, e sorella di Nicolò progettista del Modena e dell’acquedotto <vedi la via a suo nome>) ; ebbero più figli, che proseguirono l’attività paterna (nel 1933 era ‘pastificio Rebora Andrea & figli); riuscì ad esprimere la sua agiatezza acquistando una bella villa a Belvedere (rimasta immortalata in un famoso dipinto del Vernazza).
I figli arrivarono negli anni 1880 a dotarsi di una flottiglia capace di andare ad Odessa sul mar Nero a procurarsi direttamente il grano ( come già facevano gli Agnesi dalla riviera; il grano era sbarcato o in porto a Genova, o direttamente sulla nostra spiaggia: in ogni caso i ‘facchini di spiaggia’ locali, già dal 1822 quando erano in 250, avevano diritto a risquotere una tassa sul trasporto, ed essere così pagati con ‘un soldo per ogni mina’ se i sacchi saranno depositati a piano terra , e con due se ai piani superiori) .
Dei Rebora a San Pier d’Arena vengono ricordati anche una Maria (sposa di un Luigi Gais –a sua volta nipote di Luigi Morasso, pittore, proprietario di case in via Garibaldi e titolare di una fabbrica di sapone); ed una Clotilde, fervente sostenitrice di don Daste.
Negli anni dal 1950 ad oggi si ricordano i Rebora quali gestori di una pasticceria in piazza Vittorio Veneto, il cui natalizio pandolce genovese vanta una ricetta assai antica.
BIBLIOGRAFIA
-Gazzettino Sampierdarenese : 2/83.11 + 1/96.5 + 5/98.7 foto +
-Pagano annuario/ 1961-pag.179.1240