CANTORE via Antonio Cantore
VIA A. CANTORE – CIVICI A MARE
===civ. 52Ar negli anni 1970 (ed ancora nel 79) c’era una stazione di servizio Shell (gestione “Elma”).
===civ. ... non è segnato. Se fosse 8B, per il Comune, è collocato in s.Teodoro. Corrisponde al distributore di benzina ERG: nato dopo un lungo contenzioso con il precedente gestore di lavaggio auto e distribuzione di benzina, di cognome Valente, che dopo lunga diatriba fu sfrattato ed andò a porsi di fronte al palazzo Lancia con solo più moderna attrezzatura di autolavaggio. La Erg è stata la prima in città a rifornire le auto con una organizzazione fai-da-te alla distribuzione e centralizzata al pagamento.
Inizia ↓ la UU28-san Bartolomeo.
===civ 8C è il Novotel. Unico hotel a 4 stelle esistente in Sampierdarena, posto di fronte all’uscita dell’autostrada (quando purtroppo, per colpa del nome dato ad essa, abbiamo perduto l’identità venendo chiamati con l’orribile nome GenovaOvest). Recente costruzione monovolume di nove piani in stile moderno tutto vetri, sorta nel 1993 per conto di operatori cittadini della soc.‘Fortune’ del gruppo Gadolla: 224 camere, tutte matrimoniali; l’interno è semplice e prevale il bianco, con frequenti quadri e serigrafie di autori moderni; un piano è pressoché adibito a sale per raduni, attrezzature congressuali, ristorante. Come onere urbanistico l’impresa ha dovuto costruire il passaggio passerella aerea coperta, a ‘bruco’, di collegamento tra via A.Cantore-Matitone raggiungibile mediante ascensore e v.D.Col; più un autosilo nella sottostante via di Francia, libera a tutti i cittadini
===a mare dell’albergo, si vede una imboccatura di entrata della via ferroviaria che forò la collina: l’ingresso è a testimonianza di dove era la facciata del colle di san Benigno, e della sua base.
Residuano infatti come in una profonda gola, altre vie di accessi ferroviari, posti a livelli più bassi. Tra essi la via ferrata che provenendo dal parco del Campasso, iniziava la famosa galleria di san Benigno, esplosa nel 1944.
Sopraelevata A.Moro
===civ 8G ed 8H sono due corpi in una struttura: formano il grattacielo, detto “torre Cantore”. Fu ultimato nel 1968, costituito da una torre alta 24 piani adibita ad abitazioni, più altri 80 mini appartamenti da affittare già ammobiliati e chiamati ‘meublé‘, e servizi. A mare, una parte più bassa di 7 piani, adibita ad uffici, collegata alla torre con servizi centralizzati.
Nella zona, c’era prima l’oleificio Moro e prima ancora era terreno di ville, a giardini ed orti.
il grattacielo visto dall’elicoidale
Via Pittaluga
==il tratto finale della discesa, in corrispondenza sul lato a mare con la sopraelevata via A.Moro, ha creato un falso sovrappasso, con i palazzi sottolivellati: corrisponde all’antico tracciato del rivo proveniente dal Fossato (esso praticamente scorreva pochi metri davanti alle imboccature ferroviarie, ma lo spianamento del piazzale dell’autocamionale e l’ingresso autostradale posto sul fianco a ponente del Fossato stesso, obbligarono gli ingegneri a spostare il letto del rio un po' a ponente rispetto il suo naturale decorso). Tutti i civici sino al 24 sono sottolivellati rispetto il manto stradale perché nati prima della strada: dove lo sbalzo divenne più evidente e vicino all’asse viario si dovette provvedere tramite un muretto di rialzo e ringhiera.
===dove è stato per tanti anni un distributore di benzina, esso fu costruito su uno dei primi spiazzi ove giocavano al pallone della nostra città, detto popolarmente “campo dê moneghe” per la vicinanza di un collegio di suore: arrivava, verso mare, alla villa Spinola circa, ed a nord con una villa DeAndreis (usata come punto di riferimento, non è riportata in nessun libro e non si sa quale sia; evidentemente abbattuta nello spostare l’apertura a via san Bartolomeo del Fossato. Lui, di nome Gottardo, probabilmente è lo stesso la cui fabbrica di lavorazione della latta, era in via Cassini); non aveva le dimensioni precise ma sufficienti ad ospitare la Sampierdarenese nei suoi primi incontri. Si ricorda che nel 1920, la squadra nazionale italiana di ginnastica artistica vi fece un saggio prima di partire per le Olimpiadi di Anversa: dei venti atleti, ben sei erano della nostra “Ginnastica Sampierdarenese”.
Via Bottego
===civv. 10 e 12 sono compresi in doppio isolato: il primo inizia col 46r, comprende gli uffici delle Poste ai civv. 50-54r., e finisce col 60r che fa angolo con le scalette che scendono a villa Spinola. Il secondo inizia con un cancello che da adito al civ. 14, seguito da civici rossi dal 62r al 70r; questo ultimo palazzo offre la sosta ai bus in transito verso Genova.
===civ. 14 : Palazzo del san Giorgio. Fu costruito nel 1926, con ingresso sul fianco a levante; ed un altro speculare a ponente, che però è il civ 3 di via Chiesa delle Grazie. Sulla facciata, all’altezza del 5° piano, centrale, c’è una gigantesca statua di san Giorgio che uccide il drago; sotto di essa, c’è un grosso riquadro riportante versi di G.Carducci: “Io vo vedere il cavalier de’ santi, il santo io vo veder de’ cavalieri“ (similare affresco con stessa dedica è nel cortile di palazzo sGiorgio; sono il 7° ed 8° verso del sonetto XIV delle Rime Nuove scritte nel 1886 col titolo originale di “Ripassando per Firenze” e poi pubblicato col titolo definitivo “San Giorgio di Donatello”. E quindi sono anteriori all’esperienza genovese del poeta:
Rime Nuove – XIV - 30 aprile 1886 – San Giorgio di Donatello
«Siede novembre su le vie festanti
«ove il maggio s’aprì de’ miei pensieri,
«e spettral nella nebbia alza i giganti
«templi la tua città, Dante Alighieri.
«Meglio così; ch’io non mi vegga avanti
«gli academici Lapi e i Bindi artieri:
«Io vo’ vedere il cavalier de’ santi,
«il santo io vo’ veder de’ cavalieri.
«Forza di gioventù lieta da’ marmi
«fiorente, ch’ogni loda a dietro lassi
«d’Achei scalpelli e di toscani carmi,
«degno, San Giorgio (oh con quest’occhi lassi
«il vedess’io), che innanzi a te ne l’armi
«un popolo d’eroi vincente passi).
Sotto a questi due vistosi addobbi, un altro cartiglio contiene l’immagine del grifone genovese. La scelta di un verso del Carducci consegue al fatto che il tratto stradale, all’epoca dell’erezione del palazzo, era titolato al poeta, ovvero prima della completa apertura di tutta la strada e solo dopo allora dedicata al generale Cantore; le stesse righe sono sottoposte ad un affresco esistente nella loggia a piano terra di palazzo san Giorgio a Caricamento, mentre il grifo fa parte dei simboli di Genova e della Associazione ‘A Compagna’.
Via Nostra Signora delle Grazie
===civ. 16: palazzo detto dei Valdesi. La comunità sampierdarenese della chiesa evangelica valdese nel 1909 era cresciuta abbastanza da costruirsi questo palazzo per il proprio culto ed abitazioni, progettato dall’arch. Emanue le Rutelli. Attualmente ha sede in via U.Rela
L’edificio iniziato nel 1909 quando la comunità non raggiungeva i 35 presenti e la scuola 30 alunni. Terminato l’anno dopo, fu inaugurato il 10 novembre con sacerdote F.Balmas. Nel periodo 1915-18 ospitò i soldati in partenza per il fronte: 18.000, poi 28.050 e 26.650 presenze annuali. Veniva offerto rancio, Bibbia, cartoline affrancate, bibite, giochi; furono ringraziati con un diploma e medaglia di bronzo. Nel 1918 veniva lamentata l’ubicazione del palazzo, ancora isolato, contornato da gioco da boccie (sic), osterie, campo sportivo ‘per giochi d’ogni genere’ che avvenivano nelle ore di culto. Cosicché l’Assemblea il 29 giu 1919 decise vendere l’edificio di allora via Carducci (rimanendoci in affitto; 82 membri; un grande salone con paredi nude e disadorne tranne scritte del Vangelo, due ordini di panche e una cattedra sormontata da croce)
La facciata del palazzo, dal progetto doveva essere di un liberty modernista: il portale con un timpano di richiamo romanico e le due aperture pianoterra di destra sormontate da un cartiglio; alla realizzazione, molte cose non si concretizzarono e la facciata appare più semplice, senza cartiglio e con dei brutti poggioli.
Storia della chiesa valdese = In Europa, questa fede inizia la sua storia nel XII secolo per opera del mercante Valdo di Lione che fece tradurre e divulgò la Bibbia presso il popolo, contro il monopolio dei preti di allora, troppo spesso saccenti e miranti ai beni terreni più di quelli spirituali; e spogliandosi dei propri beni predicò la povertà e chiese la possibilità di far predicare anche i laici. Nel rigore della chiesa ufficiale, queste novità furono sufficienti per una scomunica ed inserimento nel gruppo delle chiese riformate: a questa successero persecuzioni e soppressioni. Ciononostante questa fede sopravvisse fino a Lutero e Calvino, dei quali accettò la riforma ‘protestante’ nel 1532. Loro motto è la frase “lux lucet in tenebris”, simboleggiata da un candeliere a sette bracci, e mirata a portare la luce ai più emarginati (barboni, tossici, immigrati, carcerati, alcolisti, ecc). In Italia furono egualmente emarginati, fino al 17 febb.1848 quando Carlo Alberto concesse loro i diritti civili ma non quelli religiosi; questa libertà permise però una discreta proliferazione di piccole comunità sparse per la penisola. Primo a Genova giunse nel 1852 il pastore Geymonat i cui proseliti furono patrocinatori dell’ospedale Evangelico nella circonvallazione a monte di Genova; e, dal 1864, anche a San Pier d’Arena ad opera del pastore genovese Gay Antonio (sono la stessa persona?) il quale l’anno dopo lasciò l’incarico sampierdarenese al 46enne fiorentino Francesco Bruschi (formatosi a Londra, dapprima predicatore in Europa, coniugato con Ida Stroud e padre di due figlie. Iniziò l’attività pastorale aprendo una scuola privata elementare – dapprima femminile poi anche maschile, con 70 alunni; ma la sua comunità religiosa era di 55 persone+15 bambini. Caduto malato, dovette ridurre la sua missione per tre anni, finché nel 1872 morì prematuramente a 53 anni.
La chiesa sampierdarenese progredì ed affiancata da una scuola (non necessariamente di confratelli, anzi quiasi tutti -60 e più alunni- cattolici di Roma); con periodi più floridi di adepti (115) ed altri meno (18 membri); guidata via via da una continuità sacerdotale dei quali vengono ricordati Antonio Bartolomeo Tron con il culto effettuato in squallidi locali in via C.Colombo al 104 e poi in altra sede non conosciuta al secondo piano vicino alla stazione. Nel 1877 il livornese maestro Enrico Corsani (morirà ultracentenario) che rimase in città per sette anni, con sede decente nel 1884 in via A.Saffi –probabilmente nella villa di GB Grimaldi (poi Upim)- con riunioni trimestrali e la concessione del voto alle donne (contrastato). La chiesa nel 1885 passò per quasi 25 anni alla cura di Giovanni Daniele Turino, originario delle Valli Valdesi e già combattente in Crimea come cappellano. Seguirono Francesco Rostan, Vincenzo Notarbartolo, Giacomo Maugeri (che abitava in via GB Monti), Benvenuto Celli, Federico Balmas, Giuseppe Silva, Giovanni Bertinatti (dal 1914; costituì una assoc. giovanile “Circolo Girolamo Savonarola” vissuto un solo anno; partì militare), Giovanni Petrai (sotto il quale fu venduto l’edificio, rimanendoci in affitto.
nel 1968 si trasferì in via G.Buranello al 42 r.), DG Maurin (nel 1922- fu venduto anche un altro edificio che la comunità possedeva in via A.Saffi; e la comunita di SPdA fu abbinata con quella genovese; e, nel 1926 con quella savonese); Alessio Balmas, Carlo Lupo (anni 1932-7), PietroValdo Panascia; (dal 1940, per 12 anni), Aldo Sbaffi; Mario Musacchio (dal ’56 al ’59). Roberto Nisbet (1959-63); Rostagno Bruno (dal ’63...).
Nel 2001 la chiesa ha trovato sede in San Pier d’Arena occupando i locali di via U.Rela. Nel 2002 hanno festeggiato i 150 anni di vita a Genova.
===civ.18***. Non ha storia importante conosciuta.
In questo isolato, i civv. rossi iniziano col 72r e finiscono con l’82r
La facciata di via Malinverni non ha portone ma è decorata con terrazzi e colonnine. Evidente la sovraelevazione.
Nell’angolo con via Malinverni, dove ora è una edicola di giornali, venne aperto nel 1928 circa, il primo distributore di benzina sampierdarenese (il Pagano/1961, nella via, ne cita -compreso il tratto di Genova- ben cinque addirittura: della Petrolcaltex (Capelli F.); della Mobil Oil (Guzzardi I.); della B.P. (Morsia A.); della Shell (Corsini E.); carburanti (Chiavacci & Montecucchi)).
civ. 18
via Malinverni
Il palazzo inizia con civ. 84r e finosce con 90r
===civ. 22, all’interno 14 ha sede la “G.S. Send Italia CSM”, squadra di calcio nata nel 1996, iscritta alla FIGC, con colore sociale il verde, il cui campo da gioco ufficiale è il Comunale di Sori ove disputa il campionato di terza categoria girone C***.
===civ. 24, eretto nel 1908. 5 piani dei quali uno sopraelevato. Ha una propria decorazione, a castello medievale, con agli angoli della sommità, quattro torrette merlate.
civ. 24
Via Damiano Chiesa
L’asse centrale della strada, separa la UU28-san Bartolomeo a levante e già descritta sopra, dalla UU27 a ponente, descritta sotto.
Cento metri di percorso, affiancano i vari servizi appoggiati al retro della villa e delle scuole; ultimo il campo da bocce della Sampierdarenese.
===civ. 26 si accede a questo portone, posto sulla facciata a levante del palazzo delle Franzoniane, attraverso un cancello ed una piccola aia privata. Al secondo piano è ospitato un centro CIF (centro di formazione professionale, intitolato a Maria Bugiardini Patrone, dal quale, a fine corso, viene rilasciato un attestato di idoneità meccanica o turistico-alberghiera).
al civ. 26 centro CIF
Il lungo palazzo delle suore, inizia col civ. 92r di una agenzia di viaggi e finisce col 112r di un tabacchino.
===civ.28 Si apre l’ingresso scolastico principale dell’Istituto scolastico delle Madri Pie Franzoniane (essendo l’ingresso della villa in via N.Daste 9, là si trova descritto tutto il complesso). Si racconta che le suore furono dispensate dall’erigere i portici, come imposto dalle Belle Arti per i palazzi di via A.Cantore (il palazzo di fronte, nato senza portici perché anche lui eretto prima della legge del piano regolatore, dovette provvedere costruendoli dopo, come pure quelli a ponente del civ. 47 e quelli della villa Carpaneto in piazza N.Montano); per i maligni la spiegazione era nell’intercessione ottenuta dal loro cappellano don Traverso, così addentro nelle gerarchie del fascismo locale da riuscire a far risparmiare quei soldi evitando il lavoro. In compenso si legge su Genova, che “il 16 maggio 1930 la Congregazione delle Madri Pie Saedes Sapientiae, cede al Comune del terreno, per la prosecuzione di via Carducci”.
Via delle Franzoniane
Prospicente la strada, unico isolato in tutta la strada si erge un grosso leccio, di assai vecchia nascita
. anno 2009
==civ.30 fu costruito dall’impresa Mantelli nel 1932, pochi anni prima dell’apertura della grande strada. Ospita 70 condomini in tre scale ABC, alle quali si accede tramite un unico portone. L’usufruibilità sotto i portici di spazi per negozi, ha obbligato, almeno per A e B, a creare assurde erte scale interne per raggiungere i rispettivi ascensori.
Una profonda ripulitura nel 1994, ha messo in risalto all’esterno le belle ed eleganti decorazioni.
civ. 30 civ. 30°
Questo civico, fu coinvolto nel 2001 per l’installazione sul terrazzo di un ripetitore per telefonia mobile (in un periodo di incertezza della loro innocuità); e nel 2002 per una “querelle” sull’inaugurazione al 5° piano, int. 20, di un centro “spazio famiglia” gestito dal Comune nel programma “città amica dell’infanzia”.
Il palazzo inizia col civ. 114r e finisce con il 124r del ex-Banco di Chiavari (famosa filiale, in città, per essere la più rapinata di tutte: sino al 2006 aveva una guardia esterna, ma prima ancora nulla che la proteggesse dai malviventi a caccia di rapina) attuale (2006-10) Banco di Lodi che in parte possiede il vuoto col
palazzo successivo, chiuso da robusto cancello (eretto nel 2006; prima c’era una banale catenella) nel quale esistono alcuni civici rossi dal
===126r al 134Br.
===Segue col 126r fino al 134Br
===civ. 30A; è un palazzo che inizia col 136r e finisce col 142r di un negozio che vende materiale di plastica, letti e materassi (che possiede una vetrina, tra il 138 e 140, che non ha civico).
Via Agostino Castelli
=== civ.30B è stato finito nel 72, eretto dalla ‘coop.S.Antonio’ demolendo casupola e giardinetto di una costruzione sette-ottocentesca, tipo contadini, preesistente.
Il lato a levante del palazzo, inizia col 144r e confina con l’ultimo tratto della salita Salvator Rosa: essendo stata la salita tranciata dalla grande arteria nel 1935, l’ultimo pezzettino di salita allo sbocco con via Daste è stato così snaturato perché allargato ed inglobato in via Castelli.
Il palazzo finisce col 150r che fa angolo con una cancellata, della quale la prima metà sovrasta la discesa –che inizia in via Daste- e scende nei box sottostanti il palazzo; la seconda, attraverso un cancello, da adito al
===civ. 30C posto sul fianco di levante del palazzotto sottodescritto, abitato da tre condomini
=== civ.32 la ex-Banca d’Italia (attuale sede della Banca Popolare di Novara), è un pregevole palazzotto dei primi anni del 1900, con pesanti decorazioni di stile neoclassico. Il terreno e gli stabili siti all’angolo tra via Masnata e la nascente A.Cantore primitivamente appartenenti alla villa Serra sotto descritta , furono venduti il 15.1.1928 -col consenso del Comune- dalla direzione dell’ospedale, alla banca, affinché potesse costruirvi una sua filiale. A causa del taglio della futura strada, questo terreno –una volta facente parte della villa Serra-Masnata- rimaneva distaccato dall’edificio, ed al di là della costruenda via A.Cantore; e se dapprima si pensava utilizzarlo per erigerci un cronicario (per il quale poi fu utilizzato l’istituto di Coronata), si preferì poi recepire la cospicua somma offerta dalla banca di via Dante che vi aprì una, ed unica, agenzia.
Il conte Calvi Parisetti Carlo fu Giuseppe, avvocato, non iscritto nel collegio genovese, nel 1933 capo agenzia della banca sottostante quando il palazzo aveva il civico 32 di via Carducci fu il primo ad abitarvi, al piano nobile. Poi vi abitò pure il medico dr. Adolfo Pastine qui trasferito da via Colombo, civ 75. Grande personaggio, vissuto nel periodo bellico e post; grintoso, energico e volitivo: mutue, specialista radiologo e cardiologo, durante la guerra rimase in città ed ebbe modo quindi di curare tutta SPdArena. Coniugato con ... figlia del calderaio con officina in via SPdArena e possessore del palazzo sovrastante. Dopo la guerra fu esponente della DC nella giunta comunale con assessorato alla sanità. Ebbe tre figli dei quali uno divenuto primario oculista a Santa Margherita, scrittore di libri storici ed esponente dirigenziale del CAI; un altro professore universitario di lettere a Roma; un terzo, più delicato in salute, morì in giovane età).
Il palazzo, fu restaurato e ‘ripulito’ dallo smog a metà degli anni 1980-90.
La facciata a ponente è separata dal palazzo dopo da un tratto di strada anonimo, i cui civici -solo rossi- seguono la numerazione di via N.Daste.
===civ. 32A – in via Cantore, ha in angolo di levante un fioraio al civ. 164r e finisce con il 166r. Questo palazzo fu eretto negli anni 1965 dopo aver demolito un altro edificio di cinque piani il quale aveva via G.Masnata a levante e via Giovanetti a ponente; ma che - avendo il portone in via Daste, è là descritto (civ. 59r) e con foto-.
===L’isolato seguente inizia col 168r e finisce col 182r; ed ha due portoni, i civv. 34 e 36.
===senza civico, ma calcolato sarebbe il 182r la ‘baracca’ di un fioraio da tutti chiamato solo Gino, ma che negli scontrini risulta nel 2010 – anno in cui lui è deceduto - di Margiotta Maria, nello stacco col palazzo successivo, da molti anni ha attività commerciale.
===segue un isolato con due portoni, il civ. 38 e 40. Il primo ha una facciata decorata ‘a castello antico’, con finestre e portone in ferro battuto. Dalla finestra del primo piano, sventola perenne una grossa bandiera della squadra di calcio Sampdoria.
civv. 38; 40 (giallognolo); e – dopo via della Cella – 42-44 a destra il civ.40 preceduto da casupola; sul
fondo della strada il palazzo ‘gemello abbattuto
Il secondo, al secondo piano int. 2 e 3, è di proprietà di una signora Giuseppina Rizzo ved Canepa, cognata del notaio Canepa Biagio ( questi, nel 1918 aveva studio in via Cristoforo Colombo al 25.3; nel 1931 e ‘35 era in via G.Carducci al 40.3; nel 1933 era uno dei tre professionisti notai, residenti in SPdA), ora abitante in Piemonte che preferisce tenerlo vuoto, forse perché preziose sono alcune stanze internamente decorate con pareti e soffitto di legno lavorato che ... alzano eccessivamente il prezzo, ma non è a norma CEE.
Vi abita Mancini Clodomiro (+2009; docente in Storia della medicina ma nella pratica valente cardiologo, amante della musica classica-operistica); e la dottoressa Balboni, moglie (pediatra) dell’ultimo erede dei De Franchi.
Finisce con il 198r di un negozio di scarpe, oggi TipToe, anticamente Varese, precedente a negozio di quadri, gestito da Chianese Nicolò (nato a Savona 1898 morto a SPdA 1971, autodidatta, si avvicinò alla pittura negli anni 20 reduce volontario della guerra; presente a esposizioni, ebbe premi e riconoscimenti, riconosciuto ne “ambito novecentesco” – fu lui a evidenziare le capacità e conoscenza di Dante Conte; padre di Mario, nato 1928, pittore e incisore).
via della Cella
=Unico sbocco di uscita delle ambulanze della Croce d’Oro, è un continuo, anche notturno acuto di sirene spiegate per inserirsi in via Cantore a volte anche col rosso (è del maggio 2007 un incidente causato da tale manovra).
===200r negli anni 1960-70 era sede della mitica pasticceria ‘Gatto’.
===l’isolato ha due portoni, i civv. 42 e 44. Il grosso edificio era di antica proprietà di Emilio Masnata, sulla cui area fu edificato negli anni 1930.
Via Nicolò Daste
===civ. 46 ha il portone che è visibile nelle foto del velodromo costruito nel 1905 proprio di fronte al palazzo. Anche esso è slivellato rispetto la strada principale, ma è il vero livello dell’antica via Mercato che le passava davanti prima di, pochi metri dopo, essere tagliata da via Cantore.
===civ. 48 la casetta, ristrutturata negli anni 1990, è sul piano di via Cantore; e quindi forse più recente di quello che sembra.
Sul suo portone per anni nel 1960-70 vendeva caldarroste Carlo il ‘gobbetto’, figura tipica di quegli anni. Morì nel 1973.
Nelle prime decadi del 1900, l’area – che era collegata con via Nino Bixio (vedi), aveva none “Le Stalle” perché era occupata da casupole con tale funzione – cavalli e carretti- di un certo Carpaneto Giuseppe (non quello della strada che era GB) ovviamente legata a trasporti commerciali sia col porto sia con lavori privati, essendo le uniche vetture destinate ai traffici.
===civ 50 è l’ultimo della strada a lato mare, penultimo dei neo- costruiti nella strada: circa nel 1953 (abitabile dal 1959). Fu ironicamente chiamato “palazzo dei ladri” perché - considerato gli alti costi per l’acquisto di un appartamento - era d’uopo pensare fossero tali gli eventuali compratori.
Davanti al portone, negli anni tra il 1955-60 vi faceva capolinea la linea E (Sampierdarena-Nervi), la prima attuata con i bus, detti ‘celeri’; ancor ora è sede di una fermata ed una postazione operativa dell’AMT. Da sempre è un punto di particolare forza del vento, che flagella chi aspetta i mezzi dell’AMT senza una sala d’attesa, ed i passanti con strage di ombrelli.
In anni passati, alla base - ove ora è una banca - era ospitata una ‘sala corse di cavalli’ poi trasferitasi in via Malfettani.
===Al 266r si apre Squillari, ora (2006-10) Spuri Mirko, grande negozio di vendita al minuto di vini e liquori, la cui fornitura e fama funge da riferimento nelle indicazioni di punti locali conosciuti.
Zona – una volta chiamata ‘le stalle’ - soggetta ad allagamenti quando imperversa il cattivo tempo.
La fine della strada titolata a via Antonio Cantore, è pure linea di separazione tra la UU26-Sampierdarena e la UU25-san Gaetano
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