CARPANETO G.B. via G.B. Carpaneto
TARGHE:
via – G.B. Carpaneto
via - G.B. Carpaneto – industriale – 1821-1884 – già via s.Bartolomeo
angolo ovest via L.Dottesio
angolo est via L.Dottesio
angolo scala a v. A.Cantore
QUARTIERE ANTICO: san Martino
da MVinzoni, 1757. In celeste via LDottesio; giallo vico Cibeo; fucsia villa, giardino e all’apice, torre di GBNegrone. A sinistra, villa del duca Spinola.
N° IMMATRICOLAZIONE: 2745 CATEGORIA 2
da Pagano/1961
CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - n° : 12900
UNITÁ URBANISTICA: 28 – s.BARTOLOMEO
Da Google Earth 2007.
In giallo via L.Dottesio; rosso, via di Francia.
CAP: 16149
PARROCCHIA: s.Maria delle Grazie
STORIA: fin dal 1200 – da quando fu eretta la vecchia abbazia di san Bartolomeo - la strada corrisponde agli ultimi metri dello stradone di san Bartolomeo prima del naturale sbocco, nella allora unica via principale, Centrale, poi De Marini (oggi Dottesio).
Quindi la linea diritta del torrente era dalla abbazia a questa strada e diritto al mare.
Dalla mappa del Vinzoni del 1747, i terreni su cui fu tracciata, sono ascritti all’ecc.mo GioBatta Negrone, proprietario della villa all’inizio strada che fiancheggiava il torrente, il cui ingresso oggi si apre in via G.Pedemonte (e non come ha scritto Lamponi alla villa Pallavicino, che era affiancata a ponente di questa). E tale era ancora seicento anni dopo, nel 1838 (carta del Porro).
Nel 1933 circa, la strada era delimitante a levante la vasta proprietà della raffineria di olio d’oliva dei Moro che aveva inglobato tutto il vasto appezzamento intorno.
Negli stessi anni avveniva la costruzione del piazzale della camionale: da esso, per poter accedere al tracciato stradale verso nord - che scorreva sul lato sinistro del fossato - fu necessario allargare lo spiazzo verso ponente. Questo obbligò a sovrapporsi e quindi coprire il tracciato sia della antica strada di san Bartolomeo che del torrente: ambedue vennero spostati, di poco ma sensibilmente verso ponente. Cosicché il torrente fu interrato, deviato e fatto scorrere sotto via Pedemonte (o via Bottego); la strada, anch’essa spostata di alcune diecine di metri, fu tranciata dalla novella via A.Cantore. In pratica, mentre lo stradone prima arrivava sino all’attuale via Dottesio, il taglio di via Cantore ha generato il nuovo inizio della via sanBartolomeo; mentre il moncone distale della vecchia ed antica strada -rimasto sottolivellato rispetto la grande arteria trasversale - fu ad essa collegata con una scalinata (che aiuta a ricostruire l’antico andamento del terreno).
Con delibera del podestà, del 19 agosto 1935, il tratto già di via san Bartolomeo che dalla nuova via A.Cantore arrivava a via L.Dottesio prese il nome del Carpaneto, che era divenuto ricco proprietario dei terreni (nonché di altre proprietà nella città di San Pier d’Arena), prima della cessione all’oleificio.
Con la nuova denominazione, in corrispondenza non furono variati i numeri civici già della vecchia san Bartolomeo: dall’ 1 e 1a sino al 5, e dal 2 al 14 rimasero uguali, ma della nuova via.
Nel Pagano/1940 va ‘da via L.Dottesio a via A.Cantore’; al civ. 4 nero c’è l’oleificio Moro e figli; rossi: due osterie, due commestibili, una soc.an. lavorazione della latta Solertia.
Il Pagano 1950 segnala esserci stata due osterie: nel 3-5r di Falchero P.; nel 14r di Pigollo E.. Nel Pagano/61 c’è sempre l’osteria Falchero, la sede della spa Frizzsoda, tre officine meccaniche e la ‘cromature Sampierdarenesi’-
STRUTTURA: da via Dottesio, la prima strada comunale carrabile a destra, dopo il sottopasso ferroviario; doppio senso ma senza sbocco veicolare, perché chiusa in fondo; solo una scala la collega –a baionetta - con via A.Cantore.
Lunga 168,25 metri e larga 4,6 , ha due marciapiedi larghi un metro .
A metà percorso, si collega con vico Cibeo.
Risulta servita dall’acquedotto DeFerrari Galliera
civ. 1 civ. 10
CIVICI
2007= NERI = da 1 a 7 e da 6 a 14 (mancano 2, 4. Compresi 6A, 10a)
ROSSI = da 1r a 15r (manca 11r)
e da 2r a 46r (mancano 4r→8r, 10r. Compresi 16ABCr, 28Ar)
nel 2003 appaiono :
===civ. 1 caseggiato per abitazioni con, sulla facciata, sul retro e fianchi, delle finestre solo dipinte
civ.1 con finestre dipinte sulla e dalla stazione ferroviaria
facciata in via Carpaneto
===civv. 2 e 4: non esistono più (il primo murato nel 1973 e l’ultimo demolito nel 1966)
La villa, posta al lato ovest dello sbocco stradale, appartiene ed è descritta in via Pedemonte al civ.3.
È la villa Negrone (-ni) - Moro; fu costruita non si sa da chi, nè quando (però lo stile la colloca nel periodo tra il prealessiano e l’alessiano, quindi nella seconda metà del 1500.
Con l’avvento della ferrovia (1850), l’edificio ha rischiato la demolizione, passando questa con diritti di priorità a pochi metri dall’angolo sud-est; in quegli anni circa divenne proprietà del Carpaneto che poi la rivendette agli inizi del secolo a Moro Tomaso: questi ne fecero parte di un grosso complesso industriale di raffineria, che fu eliminato verso gli anni 1960.
La villa, acquistata da una società di navigazione (compagnia italiana marittima aeronautica, CIMA), fu da loro soggetta a completo restauro interno, esterno e giardino, con ovvi adattamenti interni ad uso uffici, senza però alterarne la pregevole struttura esterna.
Nel 2010 appare appartenere alla “Edi Software – soluzioni gestionali”
Ha una entrata da sud che era il principale; ma oggi l’ingresso principale è rivolto a nord, prospicente un giardinetto che faceva parte della villa e che allora si prolungava verso il colle oltrepassando di poco la torre ancora ancor oggi esistente, di cui la villa era munita; con l’eliminazione dell’oleificio e bonifica del terreno, anche il giardino ha riacquistato una minuta sistemazione ad aiuole e, vicino alla villa è stato ripristinato anche il ciottolato bianco-nero.
Appare piccola, perchè troppo stretta tra moderne costruzioni; ha invece notevoli analogie con la villa Pallavicino-Gardino di cui è contemporanea, posta di fronte sul lato mare. Sul lato levante si vede l’esistenza di una loggia vicino all’angolo con una elegante colonna ionica centrale; e sul lato ponente i resti di un corpo a terrazzo che univa questa villa a quella contigua (Pallavicini Moro); sul lato nord la tipica disposizione delle finestre al piano nobile (tre centralizzate, e due lateralizzate) e la balconata retta da mensole arricchite da mascheroni cinquecenteschi.
La torre (vedi sotto al civ.10),
L’interno, tripartito, ha due grandi atri centrali ciascuno relativo ai due ingressi; le rampe dello scalone sono in ardesia e portano al piano nobile in corrispondenza della loggia (aspetto tipicamente genovese); i pavimenti delle stanze con ottagoni di ardesia ed i pianerottili con quadrati di marmo
Tranne in una saletta del piano nobile, sono scomparse le decorazioni sui soffitti .
===civ. 6a assegnato a nuova costruzione nel 1951
===civ.7 appare come nuovo aggregato alla via, nel 1960, sistemando la numerazione di via di Francia. È una casa di proprietà delle ferrovie, composta di tre appartamenti, posizionata sopra due gallerie del treno (scalo porto-parco del Campasso), contornata dalla galleria san Lazzaro (Principe-Sampierdarena) e dalla sopraelevata (dalla quale sono già caduti sul tetto, una vettura ed... un carico di prosciutti); nel 1980 era munita di orticello con galline.
===civ. 8 da una fattura del nov.1939, c’era la sede della «Tommaso Moro & Figli, casa fondata nel 1845, tell. 41.282, 41.610, 43.213, 43.215 – fattuta una cassa di sapone da bucato extra puro Moro. Un’altra fattura, del 1931, eguale intestazione ma in piazza Fontane Marose, 17A cancello.
==civ.13r negli anni 1950 lo stabilimento della spa SOLERTIA, fabbrica e lavorazione della latta, con recipienti e scatole anche litografati
===civ. la sede delle Pompe Funebri ‘la Generale’, con il loro deposito e parco macchine
===civ. la casa, ed attualmente studio professionale di Franco Malerba (si dice che lo studio, arricchito di sei antenne paraboliche, sia sede di rappresentanza di una società con interessi internazionali).
Nato a Busalla nel 1946 -ove visse sino all’età di 10 anni essendo il padre capostazione del luogo-, si trasferì in San Pier d’Arena nella residenza dei nonni materni; e qui crebbe ed abitò fino alla laurea in ingegneria elettronica ed un’altra poi in fisica, all’incarico di ricercatore scientifico, alle nozze nel 1985 con una giovane francese, alla nascita del figlio.
È stato il primo astronauta italiano: scelto nel 1978 in una rosa di 248 candidati europei per il programma ‘space-lab’, superò tutte le selezioni, tests, e prove , cosicché il 31 luglio 1992 a bordo di uno Shuttle Atlantis, assieme ad altri sei astronauti partiti dal centro aerospaziale USA di Cape Canaveral, stette per una settimana nello spazio. Compirono rilevamenti e studi, compreso il tentativo di un ‘satellite al guinzaglio Tethered’ di progettazione italiana, la cui missione però non ebbe successo per colpa del cavo. Dedicandosi alla politica, fu eletto divenendo europarlamentare; in questa veste svolse i ruoli di : membro della commissione ricerca tecnologica e energia; supplente nelle relazioni esterne economiche; supplente nella commissione per i problemi economici e monetari; membro della delegazione UE-USA.
===civ.10 la torre unica ottagonale della villa Neurone-Moro, di aspetto cinquecentesco (potrebbe essere un falso cinquecento, più recente; comunque c’era al tempo del Vinzoni 1757; la scala di legno la ripropone formalmente tale); oggi è ormai disgiunta e avulsa dalla villa a cui apparteneva: in origine – carta Vinzoni - era posta isolata in fondo al giardino di proprietà; difficile, valutarne la funzione collocata com’era fuori logica d’uso, ovvero così lontana dal mare e altrettanto dalla via Centrale (via De Marini-Dottesio-Daste); con l’aspetto poco guerriera e molto decorativa: ottagonale, forse unica in tutta Genova. La lottizzazione ottocentesca, l’ha poi completamente separata dalla villa da cui dipendeva; è stata così affianata da altri edifici ottocenteschi e forse anche più antichi ancora; comunque che tutti la nascondono come entità urbanistica. Conserva le scale in legno.
decorazioni sulla palazzina Depa
===civ. La DEPA
La strada termina chiusa; cento metri prima, raggirando il palazzo ha una breve scalinata che accede in via A.Cantore; alla base di essa, una pietra posta a basamento, porta una scavatura a cono da cui parte -verso il muretto- altra lunga scanalatura che interessa tre pietre; il tutto senza un apparente utile logico se non -forse - un cancello.
DEDICATA all’impresario e industriale vissuto 1821-1884, possessore di magazzini in località Coscia, (cioè all’inizio est di via Galata (via P.Chiesa) proprio sotto Largo Lanterna), e dei magazzini-officine dalla cui distruzione nacque via F.Avio. Erano depositi di merci, nonché empori commerciali, scuderie e vasto deposito di sale.
Miscosi racconta (però, non specifica di quali magazzini si trattasse, ma è significativo che essi erano a San Pier d’arena e vicino a piazza della Lanterna) di un commerciante svizzero esportatore che si trovò, negli anni venti del 1900 a dover portare in America delle castagne secche, molto richieste (provenienti dalla Campania (Avellino) e da Cuneo, contenute in casse da 60 chili). Allo scopo andò a ritirarle al magazzino del ‘cassaio’ e, avendo fretta pensò di raggiungere la nave attraccata passando nel tunnel del tram, poi rinunciò e prese la strada verso il faro, facendo fatica perché l’animale non riusciva a portare il peso in salita delle cento casse.
Con la evidente generosa rendita, divenne ricco e riuscì a porsi nella Sampierdarena benestante e manageriale di fine secolo 1800, pur senza conosciuti impegni sociali o politici.
i vasti magazzini GB Carpaneto (quelli superiori, ‘commerciali’ quelli inferiori ‘sale’, alla Coscia
Negli anni attorno al 1850, divenne proprietario della villa che affianca la strada a ponente (detta villa Negrone-Moro (vedi via G.Pedemonte) che poi sarà venduta ai Moro assieme alla affiancata villa Pallavicino (quest’ultima poi distrutta negli anni del 1970 lasciando di essa solo la facciata sulla via Dottesio) nelle prime decadi del 1900, i quali vi aprirono una raffineria di olio e produzione di olio d’oliva, sapone e derivati). Alcuni danno per sicuro che nel 1875 traslocò, essendo divenuto proprietario della villa di piazza N.Montano (oggi conosciuta appunto prevalentemente con il nome di villa Carpaneto, ed acquistata in quell’anno dalla fam.Tubino).
Nel 1906 la sua azienda partecipò alla prima esposizione internazionale aperta a Milano in occasione dell’inaugurazione della galleria del Sempione; con molte fotografie – allora un evento ancora agli inizi - dimostrava le capacità della impresa di trasporto.
Nel 1933 appare ancora a suo nome (o di un omonimo) la proprietà della ditta-magazzini di deposito, in via C.Colombo,115. Ed erano di un Carpaneto i depositi dove ora ci sono via Molteni ed Avio.
Carpaneto-Carpeneto, era pure uno che gestiva ‘le stalle’ ove ora è via Rela-via N.Bixio (cavalli, carri ... depositi; sono tutti inerenti allo steso tipo di lavoro: facile sia stato un clan, di tipo parentela). Favretto cita un Carpaneto; ma, a parte che è segnalato quale proprietario di una fabbrica di conserve alimentari, è anche “uno dei maggiori commercianti di guano” (cosa possibile, possedendo vasti magazzini di stoccaggio merci, quindi più che un commerciante, uno della catena di importazione; in conseguenza di quest’ultima attività, probabilmente utilizzando il magazzino che aveva alla Coscia, lo stesso autore cita una «lettera firmata dai “Ballaydier Freres”, i quali fanno presente all’amministrazione comunale che le sostanze organiche in decomposizione, derivanti dalle lavorazioni e scaricate nei canali della zona, potranno “arrecare danni ai pozzi dove si preleva l’acqua” e si ricordano i “tristi casi” di colera che si sono verificati nell’estate precedente»).
Nel Pagano 1940, un Carpaneto GB possiede magazzini generali (soc.an.) in Largo Lanterna ed abita in via Scaniglia al 2
BIBLIOGRAFIA
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-AA.VV.-Le ville del genovesato-Valenti.1984-pag.23foto
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-non citato dal Novella né dai Liguri Illustri