CHIUSO                                             vico  Chiuso

 

 

Una cartina del 1925, segnala il vicolo come distaccantesi verso nord da via De Marini (tramite una “via Somoiller” (sic): effettivamente il vicolo dapprima portava il nome completo di ‘vico chiuso Sommeiller’; poi, in epoca sconosciuta il nome dell’ingegnere fu cancellato e rimase semplicemente accorciato). Prima di chiudersi ciecamente al termine, si affiancava e costeggiava per circa cinquanta metri il vasto  deposito tranviario, detto della Coscia perché costruito nel cosiddetto ‘piano della Coscia’.

   Prima del 1852,  al posto del deposito c’era una villa, forse ‘casa Favaro(alcuni scrivono Favano) come chiamata una costruzione in una carta delle FFSS di allora,   comprendente un caseggiato a diversi piani ed una piccola casa affiancata; il tutto in un vasto terreno adibito ad orti e vigneti.  Questa proprietà, già dei De Negri venne venduta da un Armirotti all’impresa Talacchini (così si apprende in un  rogito notarile del 1852); e questa a sua volta la rivendette alla Società Ligure di Trasporti (che già gestiva servizio con vetture omnibus per la linea da San Pier d’Arena a Porta Pila (passando attraverso la Porta Lanterna), ed a Voltri.

   Nel 1873, la proprietà  appariva come una vasta area cintata, di 20mila mq, con sagoma fatta ad apostrofo: la parte a levante estesa lungo il dorsale tendenzialmente assai ripido della collina di san Benigno e di proprietà del Demanio;  la punta verso il mare, aprentesi con un cancello in Largo Lanterna; la parte a ponente era estesa lungo via DeMarini per 250m e poi da essa separata dalla proprietà Carpaneto: ed è appunto per accedere da questa parte a queste due proprietà, che   si passava per  vico Chiuso, la cui esistenza dipendeva quindi dal deposito.

   Dentro l’area erano stati eretti un capannone per le vetture, ed altri come fienili e stalle per i cavalli; una palazzina per  uffici ed abitazioni per gli impiegati, nonchè una discreto prato incolto lasciato ad uso libnero dei cavalli a riposo ( dal Corriere Mercantile del 18 ott.1875 si legge che un baraccone-scuderia andò a fuoco, bruciando sette cavalli e tutta la struttura;  ma i pompieri, il personale e gli abitanti intorno, avevano scongiurato l’allargarsi delle fiamme).

   Comparendo i primi tram, sempre trainati da cavalli ma su rotaia, nel 1877 l’amministrazione genovese passò il contratto - e quindi anche le proprietà -  alla Compagnia Generale Francese dei Tramways, e programmò il traforo di una galleria attraverso il colle, quale “direttissima” da Largo Lanterna alla Chiappella, passando sopra la già preesistente galleria dei treni; allo sbocco di San Pier d’Arena fu previsto un posto di guardia difensivo (gestito dal Genio Militare) ed accanto un ufficio daziario ( la galleria doveva dare passaggio anche ad una condotta d’acqua della soc. De Ferrari Galliera). Il servizio iniziò nel mar.1878 mentre la vecchia società  Ligure di Trasporti era ancora in attività (ma  poi nel 1883 cessò definitivamente, cedendo tutto il materiale).

   I nuovi mezzi pubblici a trazione elettrica, segnarono ben presto la fine dei servizi a traino: così appena nel 1895 la C.G.Francese cedette a sua volta tutto il materiale alla neonata UITE (e con tutto, anche lo stabilimento della Coscia, comprendente allora un fabbricato a due piani per uffici, baracconi, tettoie, portineria, sevizi igienici, stalle, con parti coperte per la superficie di un terzo del totale). In quegli anni, nel vicolo si aprivano al n° 1 la casa Scarsi e C , ed al n° 2 la casa GB Carpaneto.

   Nel 1910 è descritto ‘da via DeMarini , verso la collina’, con civici fino all’1 ed al 4.  Nel 1927 invece compare nell’elenco delle strade genovesi (con omonimo vico a Bolzaneto e Rivarolo),di 5a categoria.

   Tutto durò sino al 1928, quando fu messo in atto una espropriazione per la costruzione di via di Francia aperta con sbancamento del colle e che permetteva di non usufruire più della galleria: così dal 1929 al 1931 tutto lo stabilimento venne abbandonato dall’UITE e destinato ad altri usi non conosciuti ma per i quali la zona venne modificata.


 

 

 

 

Nel Pagano 1940 è incluso, nell’elenco delle strade, dipartente da via L.Dottesio (mentre la cartina dimostra che dipartiva da via De Marini, senza civici)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pagano 1940

 


   Nel 1950 viene ancora incluso nella toponomastica genovese (di categoria 3 e con  numero di immatricolazione 2756); nella Guidavia del 1961  il vico è  scomparso. Ma fu solo il 17 giu.1968 (quando fu necessario demolire il civ. 1) -con una delibera del consiglio comunale- che si ha definitiva notizia della denominazione soppressa perché incorporata in via Balleydier (a cui viene assegnato l’ ex civico 4, divenuto 7A).

 

BIBLIOGRAFIA

-A.sconosciuto-Storia del trasporto pubblico...-Sagep.’80-p.52f.19.230cart.233 

-Archivio Storico Comunale

-Archivio S.Comunale  Toponomastica -  scheda 1215   +

-DeLandolina GC – Sampierdarena -    Rinascenza .1922-pag. 37

-Novella P.-Le strade di Genova-Moanoscritto bibl.Berio-1900-30-pag.17