CORNIGLIANO crosa del ponte di Cornigliano
La strada
Dalle carte degli anni
dal 1842, la crosa appare tracciata; detta
‘crosa comunale del Ponte’.
Il percorso corrispondeva
alla somma dell’attuale via Bombrini+via Operai (un tratto)+via Ansaldo, e
sbucava nella ‘strada Provinciale (attuale via Pieragostini), dopo la Crociera poco prima del ponte.
Lungo il suo tragitto, al
lato mare, Taylor e Prandi nel 1846
comperarono il terreno su cui edificarono l’officina che poi divenne ”Ansaldo”:
col maturare di questo evento, la crosa
cambiò nome, assumendone tre per altrettanti porzioni in cui fu divisa (come scritto qui sopra).
Il Ponte : le prime notizie raccolte, di un ponte vicino
alla foce del torrente, risalgono agli anni attorno al millecento. Da esse si
arguisce la volontà di erigere un passaggio, utile sia a chi proveniva dalla
Bocchetta (dalla
quale alcuni autori scrivono che poi si proseguiva verso il mare seguendo
tendenzialmente la sponda destra; a me appare improbabile perché la strada
dalla Bocchetta oggi segue diritta la sponda sinistra e, per andare su quella
destra, deve attraversare il torrente), sia per chi proveniva
dalla riviera, attraverso una strada assai disagevole che percorreva la costa.
Nei secoli precedenti, la via romana
prevedeva - procedendo da Genova verso
il nord - di passare in quota tramite salita Angeli - sanBenigno,
Promontorio, salita Bersezio; scendere
fino alla via della Pietra ed arrivare a Rivarolo; qui permetteva o proseguire
innestandosi sulla strada per la Bocchetta; o attraversare il Polcevera tramite
l’unico ponte che si collegava alla
strada in salita verso Borzoli, per scendere a Sestri e proseguire la riviera
(questa deviazione a Borzoli era opportuna essendo il Polcevera ancora unito e non ramificato come quando a
San Pier d’Arena.
Sempre tenendo alto conto
– soprattutto per la via rivierasca di ponente - dello scarso uso di queste
strade, perché erano senz’altro preferiti i trasferimenti via mare. La
posizione di un ponte dove è ora, a quei tempi era difficile per la
larghezza che assumeva la foce, con le acque irregolarmente incanalate o
addirittura libere e improvvisamente soggette a sbalzi di portata temibili.
L’iniziativa di costruire un ponte, nacque
comunque dagli abitanti di Cornigliano; questi, più di tutti, avevano bisogno di una via più diretta verso
Genova. Così i nobili ed i facoltosi corniglianesi, si costituirono in
associazione, che chiamarono “Masseria”,
per istituire l’”Opera del Ponte”: essi in quegli anni si occuparono dell’erezione, della gestione e
manutenzione del ponte, ponendo gabelle per il transito, manovrando lasciti
specifici pro-ponte (arrivarono in breve a gestire un capitale non
trascurabile, sia in liquidi che in proprietà o rendite (che a volte li
obbligavano -per disposizione testamentaria -
anche ad occuparsi di beneficenza per i poveri di Cornigliano o
dell’attività di una chiesa-ospizio,
posta vicino sulla sponda del torrente: quest’anichissima chiesa, detta
di “santa Maria del Ponte“ , esisteva già nel 1160 quale anche ospedale ed
ospizio per i viandanti, gestita inizialmente dai sacerdoti di san Siro e, dal
1300 dai monaci Umiliati, che custodivano altresì il ponte. La funzione
ospedaliera terminò al finire del XV secolo quando un decreto di papa SistoIV
sopprimeva nel 1471 tutti i piccoli ospedali sparsi, per incorporarli in Pammatone).
È comunque conseguente a questo unilaterale
interesse verso il ponte, che giustamente porta il nome della delegazione
vicina. Nel tempo, la Masseria, cambiò nome in “Camperia”.
Nel 1518, una piena improvvisa del torrente,
danneggiò la struttura rendendola inservibile: tutti i nobili genovesi che già
possedevano ville o proprietà al di là del torrente, parteciparono alla
ricostruzione. Tra essi spicca il nome del nobile Benedetto Gentile, il quale
volle – in testamento del 1550 - pure
una cappelletta nel centro del ponte, a memoria di un figlio miseramente annegato nello spavaldo
giovanile tentativo di attraversare le acque quando il ponte era interrotto e
le acque irruenti.
Ma ancora nel 1581 non
doveva essere stato eretto, se in occasione del passaggio da Voltaggio a Campi
e poi a Fassolo, dell’imperatrice Maria, da 12 anni vedova di Massimiliano II,
il senato ordinò lastricare le strade e ricostruire il ponte “che due anni
avanti si era rovesciato”.
Nel 1797, sotto la spinta libertaria
francese, il Comune di Cornigliano si appropriò della gestione del ponte,
espropriando la Camperia.
sulla base dello
sfondo, Massena
è a San Pier d’Arena
L’anno dopo, quando il
generale Massena capitolò - stretto d’assedio dalle truppe austriache da terra
e dalla flotta inglese dal mare, fu appunto presso la cappelletta centrale che
firmò la resa delle sue truppe (presenti,
oltre il Massena, il console genovese Corvetto, il comandante austriaco
Otto, il viceammiraglio
inglese lord Keit; come è noto, dopo venti giorni dall’evacuazione, i francesi
poterono rientrare per la sconfitta degli austriaci a Marengo da parte di
Napoleone. Per l’occasione, sul fianco della cappella, fu posta una lapide che
diceva: ”qui il generale Massena - IV giugno MDCCC - più
da vincitor che da vinto - capitolò col tedesco“).
Già attivo alla fine
dell’anno 1800, all’inizio est del
ponte, fu posto un ufficio del Dazio.
A sinistra il casotto del Dazio. Il primo
edificio a destra è dell’Ansaldo
Nel 1842, con la costruzione della “strada
Provinciale di Ponente”, il ponte fu allungato ed allargato.
Nel 1875 la Compagnia Generale Francese dei
Tramways, propose al Comune una linea tranviaria su rotaie, da collocare sul
ponte per collegare il sevizio col
ponente; sostituita poi dall’ UITE nell’apr.1900 fu utilizzato il tram
elettrico (con sostituzione dei binari con linea a scartamento ridotto).
Nel
1903 fu armato un ponte provvisorio in legno, che permise nel 1904 di
demolire totalmente il vecchio ponte, per rifarlo, ed acquisire (1907-10)
l’attuale fisionomia (in cemento armato -una novità per l’epoca- , largo 20 m.,
a 5 luci, cappella centrale rifatta: il progetto iniziale non prevedeva la
ricostruzione della cappella; quando se ne accorsero a cose quasi ultimate, le
varie cittadinanze insorsero obbligando i progettisti ad elaborare una variante
che fu adottata -per ridurre lo sforzo del peso non previsto sul lato del
centro. Ne fu riedificata una, di dimensioni ridotte ed a sbalzo: quindi
sostanzialemte diversa dall’originale. Questa nuova costruzione, se soddisfò il
popolo, fu causa però di una lunga
disputa giudiziaria tra i Bombrini - che poterono dimostrare essere gli ultimi
esponenti della Camperia e quindi i proprietari danneggiati della vecchia cappella, e la Provincia: quest’
ultima dovette alla fine pagare una cifra simbolica, equivalente al valore
della costruzione, per poter chiudere la vertenza che definiva così il
passaggio totale della struttura agli enti comunali, esautorando ed estinguendo definitivamente gli antichi
promotori corniglianesi).
Nella guerra 1940-45, fu bombardato, ma non
distrutto.
Nel 1992, in occasione delle Colombiadi,
doveva completarsi una strada lungo la riva sampierdarenese del torrente;
prolungandosi i lavori, comunque nel 1997 la cappella fu dapprima spogliata
della statua sacra che conteneva , e poi nel 1998, fu disfatta in attesa di
tutte le ristrutturazioni del luogo. Alla conclusione dei lavori che hanno
portato nell’anno 2000 ad un ponte più largo e più alto, la cappelletta nella sua
struttura precedente è stata ricollocata al suo posto; ma l’insensibilità umana
non ha confini: i pali della luce, sistemati a distanza fissa, non hanno
opportunamente inquadrato la cappella centrale, insulsamente ponendone uno
quasi davanti.
BIBLIOGRAFIA
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del trasporto pubblico a Genova-Sagep.1980-p.715
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di Cornigliano-opuscolo
-Castronovo V.-Storia
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