INDUSTRIA                                     via dell’ Industria

 

 

   Corrisponde all’attuale via Stefano Dondero.

Per fortuna non esiste più a Genova, visto che tutto il ponente cittadino fu sacrificato a questo “mostro” che ha divorato tutta la naturale bellezza del posto  (se agli stessi genovesi, chiediamo : quanti sarebbero contenti di  venire ad abitare a San Pier d’Arena-Cornigliano-Sestri?:  nessuno; ed i più con smorfia od atteggiamento di schifo). Quanti dei nostri politici-imprenditori che ci dirigono, scelgono abitare in queste delegazioni? pressoché nessuno. Quanti personaggi pubblici di rilievo vengono ospitati in case della delegazione, anche opportunamente riattate alla loro importanza? Nessuno. Quando negli anni 2000, Genova ha più volte ricevuto enormi somme per  riqualificarsi esteticamente, quanti ne sono stati spesi a ponente della Lanterna? nessuno). Quindi, la città, internazionalmente si  vanta del  riconoscimento di questa sua qualità: una città industriale; ma nell’intimo la lascia agli operai ai quali pure dedicare una strada; così stiano buoni. Il risultato finale interno equivale ad una città di serie B, non solo calcisticamente parlando. E poco venne fatto, per una adeguata riqualifica fino agli anni 2000 quando ci si accorse dell’enorme danno subito; e si cerca nel 2004 di ricucire i panni  col turismo e la cultura parlando di rinnovamento, ma sempre e solo del centro città).

   La strada nacque assieme alla ferrovia, quando: --dalla linea per Torino si provvide a proseguire anche verso il ponente; infatti gli espropri per la Genova-Voltri, inizialmente chiamata “strada ferrata dalla stazione al mare“, erano stati programmati già tre anni prima dell’inaugurazione; nel 1847; --furono imposti dal demanio ai proprietari,  come esproprio “di pubblica utilità (ricordiamo i consenzienti  Dufour eredi Lorenzo, e Gaetano Traverso; ed  i  resistenti  che tentarono invano di opporsi alla distruzione dei propri orti e case , per prezzi giudicati irrisori rispetto al danno provocato, quali Raffaello Gaggero, gli eredi Pratolongo e gli eredi Grassi).

Poco vicino, altri proprietari avevano da poco cessato  - altrettanto invano -  di resistere all’obbligo imposto per legge, di cedere i terreni alle industrie di Taylor e Prandi  ed  di altri più piccoli  imprenditori.

   A questo tratto stradale cittadino, il primo nome dedicatole  fuvia Cavour”, come usava allora, col solo cognome e senza precisare il nome.     E tale rimase  (nel 1933 era di  3.a categoria, con tre civici) sino al periodo fascista  quando per deliberazione del podestà del 19 ago 1935 fu deciso il cambio a favore dell’enfatizzazione dell’esistenza delle fabbriche.

   Nel marzo 1937 si legge dell’erezione di un caseggiato, posto tra via dell’industria e via Nicolò Barabino (attuale via S.Canzio), progettato dall’ing. Carlo Montano della S.A. Immobiliare Aedes Sampierdarenese: si presume trattarsi del civ. 2*** di via Dondero.

   Nel Pagano/40 andava da piazza V.Veneto a via A.Pacinotti, aveva un solo civico nero il 2; e rossi al 7r Morgante A impresa manovre FFSS; al 11r trattoria di Ghio Enrico.

   Nel dopoguerra, il 14 mar.1946, la Giunta comunale decise per la titolazione al partigiano Dondero.

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico  delleFerrovie

-Archivio Storico Comunale  - Toponomastica  scheda 2283

-Comune di Genova-stradario delle strade edizione 1953-pag.93

-Genova, rivista municipale:  marzo/37.62

-Novella P.-Guida di Genova-manoscritto bibl.Berio 1930-pag.17

-Pagano 1940-pag.311; /61-pag.245 (controllare se 1933)

-Pastorino Vigliero-Dizion. delle strade di Genova-Tolozzi 1985-pag.613