LANDI                                            via dei Landi

 

TARGHE:

San Pier d’Arena – via -  dei – Landi

Via – dei – Landi

  

in angolo con via G.B.Monti, all’inizio strada                                               

nel piano, verso le scuole

nel piano, angolo con chiocciola per via Marabotto

a fine strada, angolo con via V.Battaglini; verso destra diventa via G.B.Monti

 

QUARTIERE ANTICO: Mercato

da M.Vinzoni -Ipotetico tracciato della via dei Landi. In giallo, ipotetica via GBMonti; fucsia, salita Belvedere; rosso, villa Lomellini di via GBMonti; blu, via e villa Durazzo-Currò.

 

N° IMMATRICOLAZIONEposteriore al 1953

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - n°: 32580

UNITÀ URBANISTICA: 25 - SAN GAETANO

 

           

da Pagano 1961                                            da Google Earth 2007- In giallo via GBMonti

 

CAP:  16151

PARROCCHIA:  san Gaetano e san Giovanni Bosco

STRUTTURA:   salendo via G.B.Monti, nasce sulla sinistra poco prima dei suoi “tornanti”; ed anch’essa sale  come numerazione progressiva dal n° 1 e 2 (ma per i veicoli è, al contrario, senso unico in discesa) sino ad una piazzetta-crocevia, ove si sviluppa come il ramo orizzontale di una T, lungo la ‘quota 40’: da destra-levante proviene - sia come senso unico viario che numerazione -  dall’incrocio con via Battaglini (in prosecuzione di via GB Monti); mentre a sinistra-ponente proseguono sia la numerazione che senso viario libero bidirezionale sino al cancello della villa (la cui presenza ha probabilmente impedito l’avanzata della strada di quota 40  verso il Campasso).

La strada possiede pochi negozi concentrati nella parte costruita per prima, ed in salita.

CIVICI

2007=NERI= da 1 a 19 (compresi 9ABCDE, e 11AB)   e da 2 a 16

         ROSSI =da 1r a 69r (compresi 1rABCD, 3rH, 29rB, 33rABD)

                     e da 2r a 16r (manca 6r)

===civ. 19: La villa Pallavicini-Currò: nel 1979 fu aperto un cancello, seguito da cortile con gioghi fissi per bambini, che divenne l’accesso principale della scuola col civico 19, a scapito del precedente civ. 23 di via Currò che ancora nel 1757 era strada unica a  portare alla villa soprastante.

   Edificata in epoca cinquecentesca, in una zona abbastanza ripida, ma con l’ampio panorama della riviera di ponente, ha l’aspetto della tradizionale villa prealessiana: rettangolare allungata, spoglia di qualsiasi decorazione;  ha un corpo laterale aggiunto a levante, più basso, ed a terrazza per il piano nobile.

Acquarello a seppia di PD Cambiaso disegnato nell’ 800. Non è detto con sicurezza che sia questa la villa; manca il corpo laterale a destra ma ha un piccolo ninfeo che ancor oggi è inserito nel muro di cinta della via F. Marabotto che le scorre dietro.  

Aveva una cappella, citata da mons Bossio nel suo giro compiuto nel 1582 e dedicato a tutte le chiesuole nel suo territorio arcivescovile ovviamente distrutta nell’ultima ristrutturazione. La proprietà, stretta e lunga,  arrivava in basso verso ponente sino alla strada principale alla quale scendeva con una strada con l’identico tracciato attuale; ai lati era strutturata a fasce coltive ed a giardino.

 

   Sulla carta vinzoniana del 1757 la proprietà è indicata appartenere ora mag.ci Rovereti, marchesi di Rovereto (TN; nel XV secolo i veneziani avevano introdotto in zona la sericoltura; ma nel 1509 tutto il territorio passò all’Austria) - divennero proprietari a seguito di probabili intrecci parentali; primitivamente risulta infatti essere una delle famiglie nobili “aggregate” agli Imperiale (DeLandolina scrive che per le palme che posero a dimora, la zona fu chiamata «la Palmetta»; e che sul palazzo c’era il loro stemma composto da un’aquila bicipite coronata – laq quale, se quella degli Imperiale, è coronata ma non bicipite)).

Ma prima erano dell’”ecc.mo generale (conte) Gio.Luca Pallavicini“.

Sul Battilana esistono vari Gio.Luca (presumo che la data, singola, faccia riferimento a qualche documento nel quale sono citati):  

1) 1666.1674 nato da Filippo; poco probabile perché precoce di data 

2) 1724. nipote del precedente nato da uno dei suoi figli Carlo e da Maddalena Spinola q. Francesco; a sua volta sposato con Giovannetta Spinola q.Carlo con tre figli dei quali Maddalena andò sposa a GiacomoFilippo Durazzo q.Marcello

3) 1721. figlio di Giuseppe q.GioLuca e di Marina Centurione q.Ottavio; sposato con Anna Pallavicino q.Domenico ebbe figlio Giuseppe e 4 nipoti tutti morti senza prole

4) Giovanni Luca III nato il 23 sett.1697 da GiuseppeIII e da Livia Centurione. Non compare sul Battilana nelle varie genealogie, ma viene da lui  citato nella parte iniziale generale quale “il celebre feld-maresciallo Gio.Luca Pallavicini. Che, grazie alle famose imprese compite a danno degli Ottomani, reggendo lo scettro imperiale Maria Teresa, meritò il governo del Ducato di Milano”. Molto probabilmente trattasi di lui:   ereditiero da parte di madre anche dai Fieschi, sposò prima AMaria Pallavicini, ed alla sua morte (1756 ca) la bolognese Caterina Fava. Fu personaggio politico di primaria importanza europea: dimostrando sensibilità verso le nuove idee illuministe, trovando ostacoli locali a qualsiasi riforma  proposta, preferì  diventare Maresciallo al servizio della corona austriaca retta da MariaTeresa, ministro  plenipotenziario poi delle finanze austriaco, ed infine (1750-3) governatore del ducato di Milano. All’atto dell’insurrezione popolare del Balilla (1746), volle prendere una posizione equidistante dagli interessi dei due, Genova e Vienna, scontentando entrambi: dovette fuggire da Genova con la famiglia trovandosi in rottura con i suoi stessi parenti locali. Si trasferì a Bologna adottando il doppio cognome (aggiungendo il Centurione della madre) ma prima volle fare grossa donazione creando -1772-  una ’Opera Pia’ che istituiva una grossa cifra (40mila fiorini) con la cui rendita (1600 f) dare sollievo a ‘famiglie vergognose’ o ’povere zitelle nobili’. Ed a Bologna morì il 27 sett.1773 col titolo di conte).

Chiunque di essi, con lo stesso criterio, passò più o meno indirettamente (allettante quella del 2)) ai Durazzo-Pallavicini (che avevano, in planimetrie del 1890 e del 1906, terreni allargati lato mare, fino a poco oltre l’attuale via san G.Bosco, nel retro ad est della proprietà dei salesiani; e  probabili parenti dei Grimaldi-Pallavicini (nel 1872) poi marchesa Durazzo-Pallavicini (1876) proprietaria della villa Bianca venduta con il terreno ai salesiani (1889)).  

   Da loro, nel 1867 e con rogito del notaio Casanova passò ad Antonio Currò, forse nobile col titolo di conte (Lamponi dice barone). Forse la famiglia Currò ebbe il titolo stradale anche perché munifici donatori (quando sulle targhe è indicato solo il cognome, vale come dedica al complesso familiare e non al singolo titolare che allora è specificato: così via Bombrini, via Balleydier, ecc.). DeLandolina nel 1922 scrive che «proprietario attuale ne è il pronipote sig. Antoni Elia-Currò»; ma non corrisponderebbe (in affitto?) col Pagano/1908 in cui vi si reclamizza il III anno di vita dell’ Istituto e Convitto Sociale (Scuola Tecnica pareggiata della Città - scuole elementari interne - con sede legale di esami di maturità o licenza -  corso accelerato pel tecnico e ginnasio -  Istituto Nautico e Scuola d’Arti e Mestieri -  Preparazione alla Scuola Macchinisti e alla Scuola Superiore di Commercio ---LEZIONI DI Piano – Forte --  posizione splendida con giardino – accettansi Convittori, Semi-Convittori ed esterni – Trattamento Familiare – Retta mite.  Prof- A. Bernardi).    

L’espansione edilizia dei primi del 1900, occupò gradatamente gli spazi giardino lasciando solo  tratti di muro di cinta -ancora utilizzati per delimitare le proprietà attuali- e la villa il cui edificio, all’esterno, seppur con angusto respiro appare inalterato.    Circa nel 1928 l’edificio fu offerto alle suore gerenti l’istituto privato della “Congregazione delle Figlie di sant’Anna(vedi a via s.Bartolomeo d.F.78).    Per le Belle Arti si chiamò ‘Collegio Cuore s.Anna’; istituite dalla genovese Gattorno Rosa deceduta nell’anno 1900; qui traslocate da un convento di via san Bartolomeo.

Esse ospitavano le giovani orfanelle o comunque abbandonate e povere, dai 6 ai 18 anni, e si auto finanziavano partecipando -come era divenuto moda - ai funerali.

   Nel 1934 fu posta dalla Soprintendenza alle Belle Arti sotto vincolo e tutela. Tale vincolo fu rinnovato nel 1995

   Dopo una profonda ristrutturazione operata nel 1979, è divenuta scuola materna e dapprima chiamata ‘Antonio Cantore II’ o ‘plesso di via Currò’ ,e poi definitivamente dedicata ad Hans Cristian Andersen.

Ospita pure la scuola elementare dedicata a E.Montale.

 

STORIA:  col sorgere dei primi palazzi, i civici furono assegnato alla scalinata che dal nome F.D. Guerrazzi era diventata dei Landi. Con decisione del Consiglio Comunale, il 17 ottobre 1955 la strada divenne autonoma ed assorbì tutti i civici già costruiti (dal 2 all’8 e dal 3 al 17 compreso un 9a)

 ===Al suo inizio in basso, la prima laterale a destra (prima ancora della rampetta in discesa che conduce al garage), vi è un piccolo tratto in salita che  porta all’imboccatura - ovviamente chiusa- di una galleria usata in tempo di guerra come rifugio (mi si dice collegata a quella che ha l’apertura sotto il muraglione nel curvone di via GB Monti ed  ora limitatamente occupata da un  box  privato per auto).

 

===civ. 1  è il primo grattacielo costruito in Sampierdarena dall’impresa Vicari; fu eretto nel 1956   dopo aver spianato alcune case precedenti. Dall’erede, gestore dell’istituto medicale Emolab di via GBMonti siamo riusciti a sapere nulla, asserendo non conoscere e aver conservato nulla dell’operazione.

===civ.2 - 4  è il primo palazzo in basso; come è scritto sulla facciata a livello degli ultimi piani e con caratteri tipici dell’anteguerra, messi vicino ad un rilievo con il san Giorgio circondato da affresco (con foglie di alloro ed altre  rosse di vitigni ed -in originale- i fasci littorio), fu costruito nell’ “ANNO XXXVI “.

  

le facciate a ponente, nel retro rispetto la strada, con la scarpata verso la ferrovia.

sett 2011, dal ponte della ‘salita’ si

vedono i lavori di rimozione dei binari

===civ. 3 e 5  nel retro, le finestre più in basso sono con inferriata, essendo già prevista all’atto della costruzione, la prosecuzione della quota 40.

===civ. 11 fu eretto nel 1940 circa, ancora in stile arrotondato, stile tipico dell’era fascista; alla nascita era solo, circondato da orti e brulli prati e - viene ricordata su una fascia vicina verso est una grossa vasca con  pesci visibile nella carta del Vinzoni; la strada di quota 40 era interrotta da terreno degradante  a ripide fasce calanti sino all’inizio della strada in basso.

===civv.13.15 fu eretto negli anni 1958 dalla soc. Immobiliare di Fassolo, il cui amministratore unico era l’industriale Tomaso Romanengo.

===tutti gli altri civv. furono pressoché  eretti: nel 1956 (civv 9BCDE), 1957 (civ.10 e 14) ; 1959 (civ 12 e 16).

 

DEDICATA alla famiglia proprietaria dei terreni già dalla prima metà del 1800, di origini semplici e contadine,  la cui casa o villa agricola era posta ove sorge il civ. 7 di via N.Ardoino ed era raggiungibile tramite da un sentiero carrettabile che partiva da via San Martino (via C.Rolando) comunemente detto ‘vico Landi’ (vedi) . Gli eredi avevano un negozio di frutta e verdura in via U.Rela , in cui vendevano i frutti dei loro orti .

Gli ultimi tre fratelli, capaci imprenditori, riuscirono ad ottenere di costruire nei loro terreni tutti i palazzi attuali, creando negli anni ‘60 un grande cantiere, pressoché unico, che prese il loro nome e che lasciò il nome alla strada. (vedi a U.Rela il bisagnino Calvi detto Beppin d’ì Landi).

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale - Toponomastica : scheda 2331

-AA.VV.Annuario archidiocesi anno/1994-pag.413;   /2002-pag.450

-Bologna M.-archivi Pallavicini –Soc.Lig.St.P..1994-pag.9.13.325

-DeLandolina GC.-Sampierdarena-Rinascenza.1922-pag.19

-Lamponi M.- Sampierdarena- Libro Più.2002- pag. 186

-Patrone&Blengino-La Liguria di Ponente nell’800-Ecig 1984-pag.32

-Pastorino&Vigliero-Dizionario delle strade di Ge.-Tolozzi 1985-pag. 954

-Poleggi E &C.-Atlante di Genova-Marsilio 1995-tav. 22