MORO                                     strada Aldo Moro

 

TARGA :

San Pier d’Arena - strada – Aldo Moro – uomo politico – 1916-1978

                                                                     

 

QUARTIERE ANTICO: Coscia

N° INFORMATICO:   41390

 da Pagano 1967-8

 

UNITÀ URBANISTICA:  -28  -   il solo tratto iniziale

       

da Google Earth, 2007. Verso Genova            idem, da Genova

 

CAP: non esiste, non possedendo civici per assegnare oggetti postali

STRUTTURA:

È il nome dato alla “sopraelevata”, che -iniziando da ovest- da  via A.Cantore da dietro al civ. 8, e da via di Francia collegata all’elicoidale per l’autostrada   arriva alla Foce. Ufficialmente la strada appartiene alla Foce, percorrendo solo un breve tratto in territorio nostrano.

Iniziando invece da Genova, vicino alla fine del tragitto si biforca facendo scendere un ramo in via di Francia, ed uno che  mira all’autostrada; ma appena passato sopra via A.Cantore, a destra si biforca per inserirsi in via ACantore davanti al Novotel

E’ proibita al transito degli automezzi pesanti e dei ciclomotori di piccola cilindrata, ed ha un limite di velocità lievemente superiore a quello cittadino: l’uso di telecamere per multare gli indisciplinati, non ha funzionato nel tempo neanche come deterrente. L’autovelox è saltuariamente applicato dai VVUU nascosti, solo come acchiappasoldi e non preventivo.

Nel percorso, erano  previste stazioni di richiamo SOS, non esistendo piazzole di sosta. Ma già nel 2000 non funzionavano più.

STORIA

L’adozione delle “corsie riservate” negli anni 1963-4, risolse solo in parte i problemi dell’intasamento del traffico nel centro cittadino: si dovette studiare un nuovo sistema “decongestionante”, creando una nuova superficie stradale che assorbisse almeno quella parte di traffico diretta agli estremi cittadini.

La sopraelevata –già inserita nel PRG del 1959- fu costruita (quando in città erano immatricolate solo 120-130mila macchine), obbligando la demolizione di vecchi fabbricati per 300mila m³ (tra cui nel luglio 1964 del Ponte Reale, appendice al palazzo Balbi - poi Durazzo e poi reale, costruita agli inizi del XIX secolo dall’arch. Tagliafichi Domenico per collegare la casa reale con l’arsenale).

Progettata dall’ing. Luigi Miranda, fu eretta - rinunciando alla scelta di farla in cemento - con oltre 14 mila tonn. di acciaio della CMF (Costruzioni metalliche Finsider; ovvi dei supporti di calcestruzzo).

I lavori, iniziati il 12 feb.1964 furono portati avanti abbastanza rapidamente: lunga 4600 m (il Secolo scrive 4507m escludendo gli svincoli); larga 16,1 m per due corsie per direzione; con spartitraffico centrale e due marciapiedi di poco meno di un metro ciascuno; sorretta da 205 piloni (il Secolo dice 210); fu collaudata  da una colonna di autocarri a pieno carico del peso di 660t..

Fu inaugurata il 6 sett.1965 (Pastorino&VBigliero dicono il 5 sett.; il Secolo scrive il 25 agosto); capace di far scorrere 1800 mezzi all’ora  (oggi supera di molto i 2000).

Fu dedicata allo statista dal Consiglio comunale con delibera del 1 marzo 1979.

Il costo, sostenuto dal Comune, sommò a 1752 miliardi abbondanti.

Risulta essere strada a scorrimento veloce, senza corsia di sosta né emergenza, limitata al traffico leggero.

Soggetta a corrosione, un primo intervento consistente si ebbe nel 1985 e si concluse tre anni dopo con il cambio del colore dal grigio al bruno bronzeo. Per 700 milioni, nell’anno 2001 furono fatte riparazioni lavorando di notte: un intero ‘maquillage’ prevedrebbe rinnovi di parti divenute ‘non più a norma’, come i guard-rail e le colonnine SOS, rapidamente obsolete (che non funzionano più sostituite dai telefonini privati).

Grossi interventi sono stati fatti in zona piazza Cavour (eliminando una rampa di accesso) e nel 2006-8 alla Foce, nel rifacimento della copertura del Bisagno.

Di essa, solo il primo tratto, con tutti i tre accessi e due svincoli, è nella zona di nostra competenza. A lungo si auspicò la continuazione sino almeno a Sestri, opportuna sia per alleggerire il traffico sampierdarenese   che per il collegamento con l’aeroporto.  Nel 1998, ripetuto nel 2002, si lanciò anche un referendum se conservarla o aprirsi a nuove iniziative stradali (un ponte od un tunnel); ma la sopraelevata raccolse innumerevoli voti di benemerenza... almeno finché gli altri non saranno realizzati.

Purtroppo non mancano gli incidenti, anche mortali. In tale conseguenza, nel 2007 è stata preclusa alle moto nelle ore notturne.

Ancora nel mirino nel 2011: sia per la qualità del guard rail imputato di essere tagliente insicuro, ma la cui sostituzione risulterebbe troppo gravosa; e sia per l’installazione di un ‘Tutor’ (apparecchio elettronico che controllando il tempo di percorrenza - dall’entrata di un veicolo all’ uscita – valuta che la velocità, non superi i 60 km/ora)

 

                                                   foto anni 1980 – Gazzettino Sampierdarenese

Alcuni sommi architetti la vogliono demolita perché antiestetica rispetto il centro storico che attraversa ed a cui preclude la vista mare; altri la vogliono sia per la comodità e sia perché è anche una bella passerella per i turisti. Vincono i secondi perché non ci sono soldi per scelte alternative.

 

DEDICATA

allo statista politico leccese, nato a Maglie (LE) il 23 settembre 1916.

Cresciuto nelle fila dei giovani cattolici della FUCI, si laureò in legge (divenendo professore di diretto penale all’università di Bari) e si dedicò alla politica attiva reggendo vari dicasteri. Divenne poi segretario di partito (1959-65), poi deputato democristiano (la DC, popolarmente chiamata ‘scudo crociato’, allora -negli anni 1945-60, era il maggiore partito politico in Italia).

Abile oratore, iniziatore di quei bizantinismi nei discorsi capaci di essere letti in più modi affermando il tutto ed il contrario di tutto, propugnatore del ‘ni’ (che non era né no, né si) e delle ‘divergenze parallele’.

Nel 1963, dimostrandosi esperto nell’arte politica del tessere accordi utili, favorì la formazione del primo governo di centro-sinistra alleandosi con il PSI (il ‘centrosinistra’). Divenne presidente del consiglio (1963-68; 1974-76)

Dal 1969 al 1974, ministro degli affari esteri, risolse il problema della regione altoatesina e partecipò attivamente a tutte le iniziative miranti a  creare l’Europa.

Protagonista quindi, perché capo di un partito che da oltre un ventennio aveva dominato la vita pubblica fin dalle prime elezioni, quando i comunisti, protagonosti sull’altro fronte e sullo slancio dei partigiani, rimasero fortemente delusi in quanto si erano sentiti sicuri di vincere.

Nel PCI, a fianco della massa, inserita ed adattata nel sistema (anche se con successive riedizioni e sempre nuove generalità), della potente, efficente e zelante macchina da guerra dei suoi iscritti -vogliosi di rivoluzione e capovolgimento del potere- schizzarono fuori le schegge estremiste, la stella a cinque punte delle brigate rosse, le B.R.. Per loro la politica in atto era un allontanarsi dall’ideologia comunista, quindi un produrre criminoso che giustificava la criminalità poltica, attuata con soluzioni gordiane: per distruggere la DC occorreva prima intimorire ma poi soprattutto distruggere i notabili di quel partito. Per il Fronte popolare comunista, inneggiante a Lenin e successore, libertà e progresso era essere loro al potere, e non la DC che rappreentava la bieca reazione. 

Il 16 mar 1978, fu rapito a Roma in via Fani da un commando delle B.R.. Questi - uccisi nell’agguato i cinque uomini di scorta (due ancora seduti al loro posto sulla vettura del ministro – non blindata - e tre sulla alfetta al seguito) - trattennero per 56 giorni il deputato: lo “processarono” prima di farlo trovare cadavere, abbandonato nel bagagliaio di un’auto il 9 mag.1978.

Enorme lo sdegno internazionale; gravi e pesanti i giudizi e gli intrecci di quei terribili giorni con ovvie ripercussioni politiche; bisticci tra la linea dura e quella delle concessioni (la quale –secondo i primi- pur di salvare lo statista, dimenticò quei cinque servitori dello Stato che non avrebbero dovuto esserci come trucidati, per intavolare trattative).

Tutto, ancor oggi non completamente chiarito. Perché fu rapito nel momento in cui stava andando a Montecitorio per varare un nuovo governo Andreotti, il quarto, nel quale anche il PCI entrava nella maggioranza. Lo stesso Moro, alcuni giorni prima aveva dichiarato che la DC aveva bloccato il PCI, ma il PCI a sua volta bloccava la DC, e quindi occorreva una intesa mirata a sbloccare l’impasse per riuscire a governare il paese.

Ma forse la macchina organizzativa degli estremisti era già in moto da molto prima; o forse un potere parziale non soddisfaceva l’esigenza del totalitarismo.

Con la lentezza necessaria, la macchina della giustizia ha poi fatto luce sui colpevoli: confessioni e spiegazioni hanno chiarito la dinamica di tanta ferocia,  anche quella ideologica.

 

BIBLIOGRAFIA

-ArchivioSC Toponomastica, scheda 2975/a

-A.non conosciuto-Storia del trasporto pubblico a Ge.-Sagep.1980-p.285

-AA.VV.-Annuario-guida archidiocesi-ed.1994. (è citata, ma è di nessuno)

-CMF-Ge., viabilità e infrastrutture- WTC.1989-

-Enciclopedia Zanichelli

-Gazzettino Sampierdarenese  :  9/86.1  +  5/87.6

-Il Secolo XIX  :  2.10.98 + 28.12.00 +  18.01.04

-Pastorino.Vigliero-Dizionario delle strade di Genova-Tolozzi.’85-p.1258

-PetrucciVE articolo  

-Poleggi E. &C-Atlante di Genova-Marsilio.1995-tav.36