MARTIRI                                          via dei Martiri Fascisti

 

 

 

Corrisponde all’attuale via Paolo Reti.

Acquisì questa titolazione per delibera del podestà del 19 ago.1935, cancellando quella precedente di ‘via Milite Ignoto’; e rimase in atto fino al 5 lug. 1945 quando la Giunta deliberò il passaggio al partigiano.

Nel Pagano/1940 limitava piazza Montano e via delle Corporazioni. Aveva, senza un civico, la Stazione ferroviaria FFSS; con dentro -il ristorante Gaudio; -la tabaccheria; un redattore del Corriere Mercantile. Civici neri erano al 10 i fr.lli Sasso, pallini; al 15 la “Un.Ital.Tranv.Elettr (uff.) canc.Deposito vetture UITE”; la scuola elementare A.Cantore’; dei privati.

Civici rossi: 12r Azienda Comm.It. olii minerali;  13r ferramenta; 16r carbone; 22r vetri e cornici; 24r tabacch.; 25r macch.art.tecn.; 27r latteria; 28r bar, 29r osteria, 31r ardesie; 33r calzolaio; 35 panif.; 37r ristor. Martini Giuseppe (angolo con via Stennio);  45r osteria; 51r maccinari; 57r aritc.casal. Calabrese; 61r ottonierer; 61b officina DeAnna (angolo via B.Agnese); 63r radio (fabbr.); 65a verniciatore;   65b falegname; 67 calzolaio; 71r panif.; 75r sartoria; 77r commestibili; 81 fruttiv.; 83 vini; 85r ricami; 87 pasticceria Tosca (angolo via Bertelli); 91r parrucch.; 93 banco lotto; 97r tripperia; 99r parrucch.

 Durante il conflitto molti caseggiati lungo la strada furono gravemente danneggiati, specie dai bombardamenti miranti sia  a colpire la ferrovia che a terrorizzare la popolazione.

 

DEDICATA

Martire è chi sacrifica la propria vita – intesa come istintivo valore superiore a tutto, escluso per un ideale. Ed ogni fazione, ha un suo ideale, dalla religione (innumerevolòi causa le persecuzioni) alla storia (e, in essa, dai greci, ai romani tipo Muzio Scevola, Orazio Coclite, dal medioevo ai partigiani), dalla politica (magistrati, carabinieri e poliziotti) al normale civismo dell’uomo semplice di strada (un bagnino , un pompiere, una madre).

Porli alla memoria della gente, è atto dovuto.

Ma quando la fazione rimane di parte, diventa ostentazione. Diventa e rappresenta un po’ la classica dimostrazione che chi vince ha ragione e che la storia troppo spesso  viene  raccontata solo a seconda degli interessi di parte.

Ed ecco che anche i fascisti, nel loro ventennio di comando e nella loro ottica, contarono i propri martiri, sia di tempi anteguerra -come Egidio Mazzucco e Manlio Oddone (vedi) - che bellici.

Ai posteri, solo il tempo concederà leggere la storia con una maggiore obbiettività, ma sempre a grosse linee; per ora ci  limitiamo a desumere che laddove ci sono martiri, c’è violenza: ed è solo chiarendo questo concetto – che è il vero problema di civiltà, da affrontare per primo - poi potremo giudicare e trarre esperienza. La guerra di per sé è violenza; ed anche se in essa furono sancite delle regole (in parte dettate dalla CRI e dalle convenzioni internazionali tipo Ginevra), troppo spesso  il buon senso  e la misura sono sfuggiti al controllo dei singoli, per carenza di civiltà (educazione alla convivenza).

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale - Toponomastica scheda 2679

-Autore non conosciuto-Storia del trasporto pubblico a Ge.-Sagep 1980-p.250

-Pagano 1940-pag.333

-Pastorino.Vigliero-Dizion. Delle strade di Genova-Tolozzi 1985-pag. 1120