MORO passo Moro
carta del Vinzoni 1757. In blu, le chiese
Vinzoni 1757
Fucsia=proprietà mag.co Giuseppe Lagomarzino
Oggi corrisponderebbe a via Caveri 11= Moro?
Giallo= ecc.mo generale GioLuca Pallavicini→mag.ci Rovereti
→DurazzoPallavicini→Currò→ScuolaCivica →SuoreFiglieSAnna
Verde= sig. Ghezzi
→DeMarchi→march Pareto Domenico→SocMetall.Produzione
Rosso= ecc.mo GB Grimaldi
→TeresaDurazzo Pallavicini→Salesiani
Celeste= sig. Carlo Peragallo
→Montano Negrotto → Moro?→vedova Moro?
1906
in rosso, la proprietà salesiana con a destra la villa Durazzo Pallavicini
in celeste, la proprietà “vedova Moro” con la strada “a proprietà vedova Moro”. In verde la soc. metallurgica. A destra via Giovanni Bosco
Per il vico in oggetto, si offrono due possibilità, senza la capacità attuale di dare una risposta:
A)=Per la cartina del 1906, villa Moro con relativa strada (altrove descritto Fosso Moro, e nella carta del Vinzoni si vede che corrisponde ad un rivo torrenziale) è ben leggibile nell’appezzamento di terreno color celeste, già appartenente ai MontanoNegrotto.
B)=A voce, da anziani, la villa di via Caveri, in fucsia, era una villa Moro.
Se fosse vero A), dal Vinzoni si rileva che i terreni di Peragallo non possedevano alcuna villa ma solo una casa. Ma una villa potrebbe essere stata costruita dopo dai MontanoNegrotto (una carta del 1890, nello stesso angolo azzurro mette “proprietà Montano” e la strada è “passo MontanoNegrotto”). A questi sarebbero seguiti i Landi e -dopo loro- i Moro (già c’era nel 1904) e, nel 1906 dalla vedova Moro. E nella seconda immagine sta proprio scritto la strada che dalla attuale via P.Cristofoli (a sua volta collegata da un lato con nuova strada comunale che verrà chiamata Giovanni Bosco) dall’altro lato (poco a nord della antica villa Bianca, poi dei Salesiani) deviava attraversando la ferrovia (per arrivare al Parco del Campasso) con un cavalcavia progettato in ferro e portandosi verso nord
Con l’erezione dei palazzi di via Cristofoli e via Ardoino, il sentiero fu cancellato: infatti in quest’ultima carta si legge nel tratto attuale via Cristofoli-via s.G.Bosco: ‘passaggio in sostituzione di quello a nord a sopprimersi a servizio dei proprietari a monte’.
Se fosse vero B), -vedi via A.Caveri civ.11 - la villa era quella di Lagomarsino, e poi divenuta Moro; oggi distrutta e sostituita da un grosso caseggiato ad uso abitazioni. Il viale privato, che sbucava in vico Cicala fu affidato allo studio progettuale dell’ing. Bonistalli per realizzarvi delle case tramite la ‘soc. coop. edilizia La Moderna’ e corrisponde all’attuale via A.Caveri Pertanto non avrebbe nessuna attinenza con il vicolo vhe stiamo trattando.
DEDICATA - sappiamo che ad aprire l’oleificio (vedi in via Pittaluga), fu Tomaso Moro. Allo scopo acquistò – assistito dai figli - le due ville Negrotto e Pallavicino, con relativo terreno a monte delle ville stesse (vedi, nell’attuale via L.Dottesio) sul quale edificò lo stabilimento; e che oggi è invece occupato dal grattaciuelo di via A.Cantore.
Alla morte di Tomaso (1904 circa), evidentemente la casa, divenne proprietà della moglie, vedova Moro (vedere le foto).
A fine secolo 1800, comprarono pure la “villa Boet”(non conosco dove fosse; ma Favretto che ne da notizia, la colloca in Corso dei Colli. I Moro utilizzarono i terreni per dare il via ad una speculazione edilizia lottizzando l’intero parco).
BIBLIOGRAFIA
-AA.VV.-Il donBosco nella storia urbana-DonBosco.’97-pg31.39.52.57.61
-AA.VV.-Le ville del genovesato-Valenti.1984-pag.108
-Bosio&Pastor&Rinaldini-Il d.Bosco nella storia urbana-DonBosco1997
-Genova rivista municipale : 6/34.536 + 5/35.398
-Favretto G.-Sampierdarena 1864-1914 mutualismo e...-Ames.2005-p.175