PIETRA                                   salita (della) Pietra

                                                 via della Pietra

                                                 vicolo della Pietra

 

 La toponomastica non prevede specificare che con questo toponimo si sottintendono due caratteristiche ormai scomparse (il quartiere e la salita) più altre due ancor oggi in atto (la via ed il vico). 

 Pastorino dà per certo che l’etimo proviene da “una pietra miliare romana, oggi scomparsa”.

 Mentre per gli “s”torici (quelli con la ‘s’ minuscola) è facile intuire che in questo tratto ci fosse  una pietra miliare romana, dalla cui presenza ne è derivato il nome, essendo tale cippo, purtroppo, scomparso nel tempo, agli “S”torici appare ovvio non tenerne conto.

 Combacerebbe essere il  2° miglio romano (1 miglio romano =1480 metri circa), componendo la distanza dal ‘mercato di san Giorgio’;  posta sulla linea Aurelia-Postumia, cadrebbe poco prima del bivio:  passaggio del torrente per Borzoli, e prosecuzione verso il confine nord-ovest del territorio (limite poi anche della Curia di SPdArena).

 

 

==QUARTIERE: Prima  del 1900, era genericamente una vasta zona (rione, quartiere)  misconosciuta a troppi “Storici” qualificati. Viene citata e quindi intesa più come territorio, che come strada precisa. Nelle varie divisioni locali in quartieri, mai ufficializzati e quindi lasciati all’uso del popolo, è uno dei più ricorrenti ad essere citato.

 Ancora nel 1953 era tutta nel  territorio di San Pier d’Arena (escluso il civ.2 che era a Rivarolo), e lo era da novecento anni quale uno dei nostri tre ‘quartieri’ storici.

Attualmente appare tutta  attribuita a Rivarolo.

==SALITA: Corrisponde a salita V.Bersezio.

  I vecchi sampierdarenesi la chiamavano “a  möntâ da prîa”, da Rivarolo al Belvedere - e forse anche agli Angeli.

  Nel registro della Curia arcivescovile di Genova, Belgrano riporta uno scritto in latino dell’anno 1074 riguardante terreni di proprietà della chiesa di s.Siro, da ‘locare’:  “...et petimus in sancto petro in arena in loco qui nominatur bruceto de superiore capite (cioè come confine superiore) petra nadia...” (in questa frase ci sono alcune parole che lasciano confusione: bruceto=avente; un Bruxeto, è a Molassana. Nadia è intraducibile ed inspiegabile; forse nigra,  per la pietra di Promontorio; comunque nadia nell’indice del libro viene data per ‘salita della Pietra’).

  In una nota spese datata 1789, si legge l’acquisto da parte del Municipio, a Savona, di 7mila mattoni detti da “carroggio”, per fare il fondo della salita Pietra.

  Nel 1813 vengono segnalate due ville signorili, munite di cappella privata per le funzioni religiose: di Davilli GB posta nella salita della Pietra, e di Piuma Domenica (i cui eredi vedi nell’elenco dopo, al civ. 8 e 14c; quest’ultima, nella carta del Vinzoni appare essere nella ‘via’ e non nella ‘salita’ ). La famiglia patrizia dei Piuma, si scrive arrivò a Genova nel 1400 (non si specifica da dove venne). Si formarono due ceppi, dei quali uno ascritto all’Albergo dei Promontorio ma che si estinse nel 1634; un altro che aveva case in via Prè, fu ascritta all’albo doro della nobiltà nel 1759, ed ebbe poi un Carlo Maria (1837-1912) insigne professore di matematica nel nostro Ateneo.

  La presenza di una strada col  nome di Pietra, è ovviamente riconosciuta  in San Pier d’ Arena  anche nel   regio decreto del 1857. il quale per primo fissava le strade dei borghi e città, già nominati ed ufficialmente da riconoscere.

  Solo all’inizio del secolo 1900  divenne ufficialmente “salita Pietra” tutta la crosa che dall’incrocio con via Giordano Bruno (via del Campasso) saliva sino al quadrivio di Belvedere con forte Crocetta   (e nel 1901 fu estesa  sino al corso dei Colli: in questa data le fu imposta -con quel nome- la prima targa in marmo, ed aveva civici- non corrispondenti agli attuali- sino al 2 e 31). Tutto il terreno a monte della strada sino agli spalti di forte Crocetta in questi anni apparteneva alla fam. Galleano (viene descritto esistere nel 1813 una villa omonima, nella zona “da via S.Gaetano” possedente nell’interno del fabbricato una signorile cappella religiosa privata. Importante questo nome perché in alcune carte, la zona viene definita “Galleano”); mentre nella parte a valle compaiono le case coloniche – dal basso in su - dei Sibilla, dei Bozzolo e dei Piazza.

 

  Della stessa data, un elenco delle case cita i proprietari: al n°  1, 3 e 12, case Degola Matilde;  2, Monticelli GB; 4e 4a, Tubino Luca; 4a anche Roncallo Domenico; 5 e 6, eredi di Eanrin; 7, Molinari Stefano; 7a-b Pizzorno e C; 8 e 14c, Piuma; 9-10, Timone Santo; 14,14a-b,15 e 16 eredi Campoantico; 17, 18,19 avv.to Sibilla; dal 20 al 23 fratelli Bozzolo; 24 e 25 Piazza Luigi; 26 eredi Frassinetti.

  Pochi anni dopo, probabilmente assieme a tante altre nel 1935,  la titolazione della via fu annullata e modificata denominandola al Bersezio.

  Cento metri prima dell’apice –ove è il quadrivio- c’è ancora una cappella dedicata alla Madonna, descritta in salita V.Bersezio.

 

==VIA: è la continuazione verso nord,  discendendo salita V.Bersezio nella quale si innesta via del Campasso; ed arriva a via B.Brin.

1757- Nella carta del Vinzoni, è descritta – poche decine di metri dopo l’innesto di via del Campasso- la villa del M.co Dom.co Piuma (vedi sopra ma femmina, a ‘salita – 1813’).

   Un biglietto da visita usato l’1 giugno 1909 per ordinazione di ‘cerchi da 10-11’, è della “Fabbrica Tini, Botto, Barili d’ogni genere / di Bozzano e Benedetti / via della Pietra / Sampierdarena” (vedi ancora nel 1933)

  Quando -subito dopo il 1910- la salita venne intestata a V.Bersezio, con l’antico nome rimase solo il tratto in piano della ‘via’, ed il confine con Rivarolo era determinato da via Bercilli, posta in territorio di proprietà di Enrico Zella,  che vi fece costruire nel periodo 1911-14 i civv. dall’1 al 9.

  Nell’elenco delle strade pubblicato dal Comune nel 1910 appaiono ufficializzate sia “salita Pietra”, dalla via omonima alla salita Forte Crocetta, con civv. fino al 2 e 31, e “via Pietra”,  dall’incontro di salita Pietra e di via G.Bruno fino al confine con Rivarolo Ligure, possedendo civici  fino al 14 e 15.

  Il Pagano 1911 segnala il forno per pane di Dellacasa Luigia al 12r, ancora attivo nel 1921 (non più nel 1925) ; ed al 22r quello di Gualco Agostino ancora attivo nel 1925.

  Nel 1921, venne aumentata una tassa  comunale di Sampierdarena alla ditta ‘Devoto A. (conserve alimentari’ esistente nella via. Non presente nel Pagano 1912, viene  segnalata dal Pagano/19 e 20 (“Devoto A.&C. stabilimento conserve alimentari, tel. 31-92 “presente anche alla voce “esportatore”), e non più dal Pagano /21).

  Nel Pagano 1925 si segnalano: senza civico: i bottai Bozzano e Benedetti ancora presenti nel 1933 – e lo stabilimento di Garibotti Marcello (industria e fabbrica di  sacchi tel 41364, casella post.1671);

 al civ.14 la fabbrica di turaccioli di Jacquillon Giuseppe. Due sono le ‘carta intestata’ in nostro possesso, ambedue portano la data del luglio 1907 una riporta: “Grande stabilimento // per la Fabbricazione di Turaccioli // a coltello ed a macchina ed a smeriglio // Società anonima cooperativa // Sampierdarena, via della Pietra, 14 – esportazione”;    l’altra “Grande Stabilimento // per la fabbricazione dei turaccioli // a coltello ed a macchina // Società anonima cooperativa // Sampierdarena via della Pietra, 14”- firmata De Caria Enrico.

Nel 1909 una fattura diventa con nuova intestazione: “(identico inizio; e solo “Cooperativa Turaccioli” + sovrapposte due dizioni stampate in rosso “medaglia d’oro / esposizione internaz. Pisa 1907” ed a fianco “Croce insigne e medaglia d’oro esposizione Roma 1908”). 

Nel 1910 compare il socio “De Caria & Jacquillon (sovrapposto con un timbro)/ ditta Cooperativa Turaccioli”-  come nella foto sotto (in Internet viene chiamato Del Caria, ma le carte su dette sono firmate a mano “De Caria Enrico” oppure “De Caria s Jacquillon”). Quindi l’azienda dimostra essere già attiva almeno dal 1907 (tel. 49-70) e lo sarà ancora nel 1933, tel.41170.

Problematico è localizzare la villa riprodotta: dal disegno (evidentemente sproporzionato e megalomane) sembra imponente, seicentesca, con dietro ampio parco cintato e ninfeo (attualmente via della Pietra è prosecuzione a nord di via del Campasso, da dopo il bivio con salita Bersezio, anticamente ‘salita della Pietra’: ma i palazzi che fiancheggiano  a ponente – dove i numeri pari - questo tratto di strada, oggi di competenza di Rivarolo, non lasciano intravedere che lì ci fosse una villa di tali dimensioni). Comunque nel Pagano/40 la ditta è riportata al civ. 10.

Una domanda presentata al Comune di SPdArena in data 1926, relativa a terreni posti a mare della proprietà Jacquillon,  permette localizzarla meglio: al bivio salita della Pietra-via Campasso, esisteva il civ. 12  - seguito verso nord da altra area, tutto di proprietà di un certo Benedetto Levra che vuole costruire. Le proprietà di questo Levra, sono separate da quella Jacquillon da una scalinata verso il monte (a levante della strada. Curiosità è che-  sovrastante le due proprietà  su dette - era progettata una ‘nuova strada’, quasi un presupposto della strada di Quota 40). 

Una signora Jacquillon Emilia, vedova Boccardo,  compare al civ. 1 di vico Cibeo dove aveva fabbrica di bocce. Potrebbe essere stata la figlia.

 

 

  Nell’elenco del 1927, stilato subito dopo l’unificazione comunale, compaiono: una ‘via Pietra’ sampierdarenese ed una ‘via della Pietra’ rivarolese; ed il ‘vico chiuso della Pietra’ sempre rivarolese; tutti e tre di 5a categoria. 

  E nel 1933 è invece precisato “via della Pietra”, a San Pier d’Arena,  da via A.Ristori a via (sic) Bersezio ed a via A.Saffi, con civici sino a 13 e 16, e di 5.a categoria. Vi si aprivano un negozio di bottaio (di Bozzano e Benedetti);  al 9r una cartoleria (di Boccalero Giuseppe); al 14 la fabbrica di turaccioli di Iacquillon Giuseppe.

foto 2011-civici pari a levante-area dove forse ci fu la villa di Jacquillon; compreso dove il palazzo arancione in stile anni 1940; non combacia lo spazio tendenzialmente ripido

 

   Nel Pagano/40 è assegnata a SPdA e va da via Campasso e via B.Brin; con civv.2 e 10,  neri. Ma da carta intestata dell’agosto 1938, il civ.10 – che è di Jacquillon G. – e che è diventato della ditta di Giuseppe Mansueto & figli,  lavorazione del sughero,  fabbr. turaccioli, senza scritto il suo indirizzo né precisata la via - è decisamente a Rivarolo (ancora nel marzo 1941–XIX, l’azienda è di Giuseppe Mansueto & figli).

Dei rossi: 2r sacchi, olii e ditta Guastavino&DeGiovanni; 3r latteria; 7r bottiglieria; 9r tabacchi; 12 parrucch. u&d; 13r fruttiv.; 18r commestib.; 22 carbome e legna; 24 commestib.

  Dopo l’ultimo conflitto mondiale, 1945, eliminato il dazio, evidentemente  i confini sono stati modificati, accorciati per noi di un due-trecento metri (anche a ponente di via Fillak, il confine attuale è dettato da via Campi, quando prima comprendeva anche parte di via Frassinello), non si sa perché ma si suppone per motivi di numero degli abitanti.

  Anche la Toponomastica  include la via in ‘zona San Pier d’Arena – Rivarolo Ligure, da via Campasso a Benedetto Brin’.

  Nel Pagano 1950 al 5-7r c’era l’unico bar, allora di Gandolfo I.

  Il civ.1 fu demolito e ricostruito nel ’63; civ. 4 eretto nel 1954;  civ. 7 costruito nel 1951; civ. 8 demolito nell’’86; civ. 19 eretto nel 1952; civ. 11a nel 1954. Nelle schede della toponomastica con si segnala la demolizione della villa di Jacquillon.

 

==Un VICO omonimo, “vicolo detto della Pietra”, è descritto in documenti conservati all’Archivio Storico Comunale, anteriori  al 1900. È descritto vagamente “da via Vittorio Emanuele (vFillak) verso il Polcevera”, quando la lunga via andava dalla Lanterna a Rivarolo compresa. Da una cartina allegata, sembrerebbe localizzabile poco più a nord dell’attuale via Bezzecca, quindi dove era via san Fermo, ma non si hanno ulteriori informazioni.

 

STORIA:   Si può pensare, che prima dei romani, le comunicazioni con l’interno fossero assai scarse e che quindi la strada fosse solo un tracciato tipo sentiero-mulattiera.

Divenne strada – e come tale sarebbe la più antica di San Pier d’Arena-Certosa quando il percorso corrispose all’Aurelia romana (vedi) la quale - proveniente dagli Angeli e costeggiando sino a Belvedere, scendeva a Certosa  per raggiungere Rivarolo ( e da là o proseguire verso la Bocchetta o tagliare il fiume con il ponte e, salendo a Borzoli  scendere a Sestri per proseguire verso ponente).

CONFINI: Come già detto, dopo l’ultimo conflitto mondiale, evidentemente  i confini sono stati modificati, accorciati e, per noi notevolmente ridotti (vedi via del Confine e via Frassinello).

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale in palazzo Ducale

-Archivio St.Comunale Toponomastica  -  scheda  3490

-DeLandolina GC-Sampierdarena-Rinascenza.1923- pag.51

-Gazzettino S.  :  9/82.9   +   9/92.3   +

-GrossiB&Poleggi-Una città portuale del medioevo-Sagep l1980-pag. 30

-Millefiore.Sborgi-Un’idea di città-CentroCivico SPdA.1986-pag.44   + 

-Novella P.-Strade di Ge.-Manoscritto bibl.Berio.1930ca-(pag.18)

-Pagano/1933-pag.248; /40-pag.371

-Pastorino.Vigliero-Dizionario delle strade di Ge.-Tolozzi.1985-pag.1458

-Stradario del Comune di Genova edito 1953-pag.139

-Stringa P.-La Valpolcevera-Agis.1980-pag. 92cartina   

-Vigliero BM-Dizionario delle strade di Ge-Tolozzi-vol.IV- pag.1485