POLCEVERA                                    via Polcevera

 carta del Vinzoni del 1757

Primitivo ed antico nome  dell’attuale via Giuditta Tavani.

In una ‘laus’ dell’anno 1144, firmata dai Consoli per richiesta dell’arcivescovo di Genova, venne riconosciuto che fino al torrente tutte le terre di fronte alla proprietà dell’arcivescovato (l’abbazia di san Martino) erano di proprietà della Chiesa. Fu probabilmente in questo terreno che si aprì il primo cimitero, in riva al torrente ed in zona circondata da pioppi (’albera’) e non cipressi; i ricchi venivano sepolti in chiesa; solo i poveri finivano nella terra e – probabilmente – in fosse comuni non esistendo ancora la cultura cimiteriale impostamolto più tardi, da editti napoleonici.

Nella carta del 1757, compaiono i nomi dell’allora proprietari: a monte della strada il mag.ca  Lomellini Giovanna con una casa, ed a mare Lomellini Stefano q.Carlo con due case sulla strada principale.

Nella carta dello stesso Vinzoni del 1773 ma nell’Atlante del ‘Dominio della Serenissima...’, ripropone il tracciato della strada, che arriva perpendicolare al torrente dove piega  per costeggiarlo sino al ponte di Cornigliano (qui era un molino; e la strada proseguiva sino al mare con il tracciato chiamato ‘della crosa del ponte’ di Cornigliano.

Esistendo nella strada a metà del 1800 tre abitazioni di un Daste (al 4b, 4d, 4e della numerazione di allora), e sempre in considerazione dell’uso di definire una strada in rapporto al punto pìù noto di riferimento -non esistendo ancora i nomi comunali-, era d’uso chiamare “vico Daste”(vedi) anche quel tratto vicino (è scritto: “ a notte di via Polcevera”), che poi dopo fu ufficialmente chiamato via Calatafimi ed oggi via C.Orgiero. Invece negli anni vicino alla fine del 1800 i proprietari delle  case furono: al civ. 1 Ballestrero, Bisio e C; 2, Bruno, Gardella, Roncallo e C; 4 e 4a Parodi Andrea e C; civ. 4b Somano; 4c e 4d Bianchi e C.

Sarà in quegli anni che – costruendo la ferrovia – la via fu soprapassata dalla strada ferrata,  lasciando uno stretto percorso a tunnel che probabilmente ripropone la dimensione della strada originale.

Nel dic. 1900 il regio Commissario straordinario propose alla Giunta comunale la conferma del nome di “via Polcevera”: evidentemente fu ottenuta, perché è del genn.1901  l’apposizione della prima targa in marmo, eseguita da una impresa locale (Barabino-Calvi-Rebora) e, come dice il documento,  posta nella strada “da via Vittorio Emanuele (via W.Fillak) a via Garibaldi (via Pacinotti+Spataro)”: quindi era compreso anche il voltino sotto la ferrovia.

 

 

Nel Pagano 1902 unico esercizio è quello di Oneto Domenico che ha una delle tre fabbriche locali di fiammiferi in legno.

Nel 1910 era ancora via Polcevera, “da via Umberto I verso la Ferrovia”,  con civici sino a 3 e 4, ufficialmente riconosciuta  dall’Ufficio di Anagrafe e statistica del Comune. 

Il Pagano 1911-12 vi segnala(ambedue non presenti dal 1919), una fabbrica di fiammiferi in legno, di Oneto Domenico---; ed il forno di Bunioli Giuseppe.

Negli anni subito a seguire (1914 circa), tale denominazione fu annullata a favore direttamente di Giuditta Tavani.

Ma, come sappiamo il Pagano/20-25 ancora vi include  –non specificato il civico- la rivendita n.6 di sale e tabacchi di Porcile Maria.

Per il Polcevera torrente, e la Tavola del Polcevera, vedi “Argine”.

 

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale    in palazzo Ducale

-Belgrano LT-il registro della Curia arcivescovile-Soc.LigStP-vol.II-p.71

-Novella P.-Strade di Ge.-Manoscritto bibl.Berio.1930ca-(pag.17)

-Pagano/1925

-Vinzoni M-Il Dominio della serenissima Repubblica di Genova-1773-