REALE strada Reale da Genova a Torino
Genova fu per secoli e secoli una Repubblica.
Questo aggettivo poteva comparire solo dopo il trattato che ci consegnava nelle mani dei Savoia nel 1815.
Vedere anche ‘strada della Marina’ e ‘via San Pier d’Arena’.
Così, le strade che da Genova erano da percorrere per uscire dalla città, dopo l’obbligo della sottomissione ai reali torinesi, divennero tutte “reali”, esclusa l’unica antichissima (v.DeMarini-Daste) detta Comunale o interna.
Ed è solo dopo questa data che iniziarono a costruire edifici su quella strada a mare, e – in essa - sul lato mare di proprietà del Demanio: nel 1827 il magazzino del Sale; 1832 il teatro Ristori; le case di Bellotti, Bavastro e Bertucci del 1834 (quest’ultima alla Fiumara, in vicinanza del palazzo del Vento).
È datato 21 marzo 1817 un editto stampato dall’ Intendenza Generale del Ducato di Genova, firmato dal vice intendente marchese G.Spinola, in cui “si previene il Pubblico che il giorno di Mercoledì 26 del corrente mese di Marzo... si procederà... all’appalto al minor offerente... dei lavori da eseguirsi al tratto di Strada che si estende dal Portone della Lanterna lungo tutto il Borgo di Sampierdarena”.
Prima dell’anno 1857, le strade non avevano nomi specifici e venivano chiamate e scritte con nomi genericamente dettati dall’uso popolare in base ad un riferimento locale (fabbrica, abitazione, usanza, ecc.).
===L’attuale via San Pier d’Arena (ovvero ’Strada reale alla Marina’) fu così chiamata pochissimi anni dopo l’annessione. Ma esisteva già, da parecchi secoli, anonima. Infatti in carte del 1700 si evidenzia la cosiddetta “palizzata” ovvero fila di case poste a monte della strada (e con solo la torre del Castello eretta sulle rocce dalla parte a mare e distante dalla battigia di una decina di metri. Dalla parte a mare della strada, solo a fine di questo secolo compare, nella zona del Canto al limite con la Fiumara, la casa Dufour; quando la spiaggia era profonda anche 100 m (dalla Cella), e 70-80m. alla Coscia. Genova allora aveva 80mila abitanti, e SPd’Arena qualche migliaio).
La strada invece è segnalata nel 1813, quando già ben strutturata fu dal mare parzialmente distrutta; ed altrettanto nella notte tra il 28 e 29 settembre 1814 quando una tempesta aveva fatto franare il muraglione di sostegno alla salita che dal piano della Coscia portava alla Lanterna; e nel sett.1819 quando le autorità piemontesi chiesero ai proprietari pagamento nel riparare i danni subiti per il suo riassetto (evidentemente una mareggiata; si fece allora programma di abbandonare questa strada troppo spesso disastrata valutando eccessive le spese per mantenerla illesa dagli insulti del mare (sono del 1839 alcune prospettive di apertura a metà tra il mare, e la strada comunale (via DeMarini), praticamente dove oggi è via Buranello la quale fu aperta dopo la ferrovia nel 1850); in attesa fu creato un terrapieno che -se ‘accecava’ il piano terra delle case- però sorreggeva la strada larga 5 m., e che dal 1939 in poi resse saldissimo alle grosse mareggiate)-; nel 1820 vi passò il corteo reale (la cittadinanza fu invitata ad annaffiare il percorso per renderlo meno polveroso); nel 1830 si dovette ripulire da abbondanti rottami provenienti da una discarica (allora chiamato ‘scaricatoio’) posta sotto la Lanterna ed ivi trasportati da una sciroccata (vento proveniente da sud-est); e nell’agosto 1840 avvenne un attentato con una sassata contro sua altezza reale ed imperiale arciduca d’Austria di passaggio in carrozza, il violento contestatore non fu trovato. Nel 1841 si dovette irrobustire le case con lavori di sottomurazione, compreso la casa comunale che fu rinforzata anche nel 1853 quando le fondamenta del palazzo del sale si trovarono scoperte e praticamente lambite dalle onde.
Nel 1848-9 si concesse il ‘servizio della regia strada alla marina per una grande officina metallurgica stabilimento Taylor che utilizzerà specialmente la ‘regia strada ferrata’
Lungo la strada a quei tempi esistevano grandi depositi di olio (proveniente dalle due riviere, raccolto in capaci ed enormi cisterne, dalle quali veniva smistato nel mondo via nave); ed era limitata da robusti paracarri, posti per proteggere i bordi -ovviamente senza marciapiedi- i quali erano oggetto di troppo frequenti pericolosi scontri e ribaltamento di carrozze o inciampi specie di notte al buio.
Il 16 marzo 1854 il Comune si convenzionò con il Ministero dei LLPP ricevendo in concessione una striscia di terreno per far scorrere la ferrovia a cavalli (soliti espropri laddove doveva passare su terreni privati, nel caso i fratelli Armirotti alla Coscia) che però veniva continuamente danneggiata dal mare e richiedeva continue manutenzioni; Negli anni subito appresso, i fabbricati sulla riva del mare divennero assai fitti, ma soggetti alle mareggiate che con la sua forza o demoliva le case (dei Dufour e della tintoria del Rolla (vicino alla Fiumara), del Marasso (vicino al Municipio), un baraccone di un Ferrando GB), o ne rovinava gli avancorpi facendo brecce sui muri (nelle case di DeLucchi, Morando, Cabella, Scaniglia e del Teatro).
In una lettera datata 12 aprile 1853, indirizzata al ‘sindaco di S.Pierd’Arena’ dall’ Intendente applicato, con riferimento alla ‘strada Reale’ ,si scrive :“il tronco dalla crosa Larga fino al ponte (non si specifica quale, si presume quello sopra il rio san Bartolomeo)… l’11 corrente mese si andava ad aprire il passo pel nuovo, testè costrutto per conto dell’Amm.ne delle Strade Ferrate”.
È del 9 settembre 1886 il primo progetto di apertura di esercizio di uno stabilimento balneare in località Coscia; la stipula del contratto col regio Demanio è datata 8 giugno 1887 dal sig. Bonifacini Angelo. Porta la data del 16 dicembre 1887 un altro contratto con il sig. Lagorara Carlo, per concessione di uso dell’arenile per apertura di stabilimento balneare. A seguire, un altro progetto del 6 ottobre 1890 prevede un prolungamento a mare dello stabilimento balneare ‘Flora’ (potrebbe anche essere uno nuovo o uno dei due sopra): il contratto ha la data del 22 novembre 1892.
===Via G.Buranello, dapprima venne detta ‘Strada reale nuova’ in quanto, essendo contemporanea con l’apertura della strada ferrata 1848-53, veniva dopo la strada della Marina (che da allora fu chiamata ‘vecchia’).
In base al decreto di esproprio – essendo stata dichiarata opera di pubblica utilità - dell’aprile 1839, l’Intendente Generale della Provincia invitò il Sindaco di S.Pier d’Arena a riunire ‘i proprietari dei terreni da occuparsi per la sistemazione della Strada Reale di Genova nell’abitato, colla direzione della medesima entro terra fra gli orti” e dare loro 8 giorni di tempo per presentare ricorso se non accettavano amichevolmente (o, dopo ricorso, con la forza di un decreto legge) l’indennità offerta per il sequestro del terreno o immobili, periziata dal sig. arch.Ing. Matteo Leoncini. Si presentarono il sig. Morando Ignazio; fratelli Grimaldi, eredi Ansaldo (delegati con Fidecommissione); prete Emanuele e Giuseppe fratelli Derchi (porzione di orto di metri quadrati cinquecento quaranta cent.mi sessanta), Giovanna Geronima Carlotta Cambiaso (“delegata; una porzione di terreno ortivo di 1ª qualità con vigna, regione della crosa delle catene, coerente a nord colla strada Com.le, all’Est cogli eredi del marchese Dom.co Pallavicini, al sud colle case dei fratelli Pittaluga, all’o. coi fratelli Derchi e Fra.sco Casanova, dell’estensione di m.i q 486”); marchesi fratelli Pallavicino fu Domenico (“delegati; per un tratto di terreno ortivo di prima qualità con vigna, in regione Crosa delle Catene confinante a nord colla strada Comunale (via Dottesio), all’Est col fossato di san Bartolomeo, a sud con altra strada comunale (via San Pier d’Arena), all’ovest colla signora Giovanna Cambiaso, dell’estensione di metri quad.ti 1144,80 per un valore di lire 2,78 per metro; …rimanendo la proprietà tagliata in due di cui la porzione a sud di 2886 metri q. sarà praticato un passaggio sotto al suolo stradale onde porre in comunicazione le due porzioni, e metà passaggio servirà pure per l’orto vicino della sig.ra Cambiaso”); marchese Giò Carlo DeNegri (e Dinegro) fu Giacomo nato e domiciliato in Genova (porzione di orto di prima classe con vigna nella regione detta Crosa delle catene per metri q. 121,5); fratelli Ballaydier nativi d’ Anneiy domiciliati in S.Pier d’Arena una porzione di orto di prima categoria con piantagioni di vigna, nella regione della Coscia, per metri quadrati diecinove centimetri trentasei; fratelli GioBatta ed Emanuele Favaro fu Bar.meo nati e domiciliati in Genova (delegati ; piccola porzione di terreno di m.q. 55, coerenziata a nord dalla strada Com.le, all’est dalla casa di essi Proprietarj e dalla pubblica strada, al sud pure i proprietarj medesimi ed all’ovest F.lli Balleydier). Non si presentò il sig. GB Luxardo proprietario di un magazzino. Incaricato della sistemazione della strada fu l’impresario GB Vassallo fu Alessandro con contratto datato 9 febb.1841 .
da Porro 1835. via Pacinotti e Spataro. In rosso la chiesa di s.Gaetano
Via P.Reti e via W.Fillak (strada reale a Torino); ma in tempi diversi, anche via Pacinotti e Spataro erano “reali a Torino”. In quegli anni, non esisteva a San Pier d’Arena la densità abitativa di oggi: erano tanti ancora i prati, sparse le ville, e più addensate le casupole attorno alle chiese (della Cella e di san Gaetano), qualche mulino vicino ai torrenti; un paese: senza bisogno di grandi riferimenti. Le strade per andare fuori dal borgo verso nord, erano poco usate: dalla romana Postumia, al 1772 (quando il doge GB.Cambiaso per uso proprio fece aprire una via che attraversando la Palmetta arrivava a Rivarolo, più comoda, lunga 9 km) poco o nulla era cambiato come viabilità. Furono i francesi nei primi anni del 1800 a progettare il passaggio dai Giovi anziché dalla Bocchetta, come avveniva da sempre prima. Fu infine nel 1818, che si diede avvio ad una miglioria sensibilmente accettabile della “reale strada”.
Negli anni precedenti al 1857, non esisteva una toponomastica ufficiale: con quella data, il Comune di San Pier d’Arena chiese il permesso a Torino di dare nome ad alcune strade più importanti: con firma di Urbano Rattazzi, Vittorio Emanuele II approva la delibera per la nomenclatura delle vie. Così nacque la ‘via Vittorio Emanuele’, che dalla Lanterna a Rivarolo soppiantò la denominazione ‘strada reale a Torino’; e tale rimase finché negli anni attorno al 1900, per necessità sopraggiunte, non la spezzettarono in tanti tratti locali.
BIBLIOGRAFIA
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-Archivio Storico Comunale
-Archivio Ferrovia +
-Gazzettino Sampierdarenese : 4/94.7 + 7/94.5
-Gazzo E.-I 100 anno dell’Ansaldo-Ansaldo.1953-pag. 94cartina
-Ragazzi F.-Teatri storici in Liguria-Sagep.1991-pag. 80.82cartina
-Tuvo T.-Sampierdarena come eravamo-Mondani.1983-pag.251