SPATARO                             via Giuseppe  Spataro

 

TARGA: via - Giuseppe Spataro – caduto per la libertà – 1925-16.1.45

 

 

angolo con Largo Jursé

    

finale strada, a nord                                                          

QUARTIERE MEDIEVALE:  Mercato – Ponte

 da MVinzoni, 1757. Zona di futura apertura della nostra strada.

N° IMMATRICOLAZIONE:   2852,    CATEGORIA:  2

 da Pagano 1967-8

 

CODICE INFORMATICO DELLA STRADA - n°:   59380

UNITÀ URBANISTICA: 24 - CAMPASSO

da Google Earth 2007. In giallo via EDegola; in fucsia via GTavani.

 

CAP:   16151

PARROCCHIA:  s.Giovanni Bosco

STRUTTURA:   doppio senso viario; inizia da largo E.Jursé, affianca a ponente la ferrovia verso nord; finisce, chiusa ai veicoli, ma percorribile ai pedoni che possono usare  lo stretto e basso sottopassaggio della ferrovia, per sbucare in via G.Tavani.

   

  parallela a via W.Fillak – foto anni ‘80          via Spataro in basso a sinistra, dal grattacielo – 2004

 

dove – con un cancello – finisce la strada        imbocco del voltino verso via G.Tavani         

 

 il sottopasso

STORIA:  Nella carta del Vinzoni non appare alcun segno di un tracciato sovrapponibile mentre possiamo concepire dei sentieri  ai limiti delle proprietà, se non altro per consentire a chi abitava vicino al ponte e sottostante Fiumara, poter raggiungere la parrocchia a san Martino.

Così, dal ponte verso nord, tra la proprietà GBGrondona e quella dei fratelli Veneruso; quest’ultima seguita fino alla attuale via GTavani, dalle terre del mag.co Ventura (già del mag.co Stefano Lomellini Carlo).

 Il percorso attuale, via Pacinotti-Spataro, era divenuto studio ingegneristico pochi anni dopo, a fine del settecento (anche da Giacomo Brusco nel 1781), mirato a collegare la Marina del Canto con san Martino per proseguire verso nord, allo scopo di evitare il centro - quartiere Mercato - già evidentemente congestionato allora. Però, allora non fu realizzato. Il progetto fu proposto ai gestori comunali, sottolineando anche il basso prezzo –visto che attraversava dei prati- rispetto una bonifica e ristrutturazione -peraltro “senza raggiungere risultati di gran bellezza”- della vecchia via centrale (cioè dell’attuale via C.Rolando). Dalla strada al Ponte verso nord, la nuova strada sarebbe passata (sino all’altezza della chiesa di don Bosco), nei terreni allora (1781) di proprietà dell’ecc.mo Domenico Spinola (questi terreni erano estesi est-ovest, un poco arcuati, dalle attuali via Degola-via C.Rolando ove era la villa padronale, l’attuale civ. 8). A nord di questa proprietà, proseguiva tra -a levante quella del ‘m.co Vontegra (non sicuro perché si legge malissimo) ora Cambiaso’- ed a ponente ‘dell’Ospitaletto’ a livello della attuale via B.Agnese; ed infine sui terreni del m.co Steffano Lomellino q. Carlo, fino all’attuale via Tavani.

   Nel 1853, con l’apertura della linea ferroviaria, specie, subito dopo, della linea che portava a ponente, nuovamente si ravvide pressante l’opportunità e l’utilizzo di una strada che proseguisse dalla Fiumara verso Rivarolo, ‘bypassando’ il centro: si allargarono i sentieri e carrettabili già tracciati da molti anni per uso pedonale dalla gente del luogo per andare a messa nella parrocchia. Fu dapprima chiamata “strada reale di Torino” in prosecuzione della omonima già stesa dalla Lanterna lungo la riva del borgo (attuale vie SanPierd’Arena+Pacinotti+Spataro). 

   Il nome poi fu modificato in via Garibaldi agli inizi del 1900 per il percorso dal Canto a san Martino “da via C.Colombo allo scalo Piccola Velocità” e poi “a via G.Tavani”. Ma qualcosa -che non conosciamo- dovette modificare i progetti, forse l’apertura di via P.Reti o il raddoppio dei binari dei treni: il sottopasso ferroviario –stretto ed angusto- rende inspiegabilmente inutilizzabile lo sbocco verso nord; e –così stando le cose in superficie- impossibile chiedere alle ferrovie di alzare il sottopasso, ed altrettanto approfondirsi per costanti allagamenti.

    Il podestà di Genova, con l’unione delle delegazioni nella Grande Genova, onde eliminare in periferia strade già titolate in centro, il 19 agosto 1935 deliberò modificare il nome,  titolando la strada via A.Pacinotti;  così rimase fino alla fine dell’ultimo conflitto bellico.

   Con nuova delibera della Giunta del 26 aprile 1946 la lunga strada fu denominata diversamente nei due tratti, lasciando via Pacinotti nella parte a mare e  dalla zona Crociera al sottopasso della linea ferroviaria venne titolata al partigiano.

 foto del 1975. Via Spataro al di là del parco ferroviario a ridosso della stazione.  Una foto che attesta la gioia di essere Manchester d’Italia. Per fare scorrettezza sino in fondo... per fortuna che lo smog va verso Cornigliano

 

CIVICI   nel 2007:

Neri= da 24 a 36 (mancano da 2 a 22; compreso 32a, 34ab)

Rossi= da 2r a 124r (mancano da 36 a 58, da 62 a 100, da 104 a 122)

===agli inizi secolo, vi era una fabbrica di olio intestata a Scerno e Gismondi (Enrico Scerno aveva fondato nel 1860 una piccola fabbrica di chinino e biacca che usava metodi di lavorazione primordiali, non più modernizzati e così perdendo il mercato; così poi fu trasformata –assieme al Gismondi- in raffineria del salnitro chiamata ‘Nitrum Scerno-Gismondi e C’ per l’uso fatto dalle polveriere militari statali, raggiungendo i 30 operai, ma già ridotti a 10 nel 1874. Nel 1875 l’azienda passò alla fabbricazione di olio di semi, creando una soc. per azioni con gli stessi imprenditori, e  ricca di un modesto capitale (740mila lire) proveniente da numerose fonti.( Dei suoi due figli, prevalentemente Fausto fu presente in molteplici azioni di imprenditoria (tra cui ricerche petrolifere in Emilia –antesignani dell’ENI a Cortemaggiore- con perdita nel 1877 di tutto il capitale impiegato. Con alterne fortune, scelse infine divenire importatore di cereali, e da qui azionista di peso nella società Molini Alta Italia).

Carlo Gismondi,  dopo la società chimica fondata assieme al precedente, divenne commerciante all’ingrosso di cereali, e dopo anche lui fu azionista nei Molini. Mori’ nel 1900

===Nella strada nei lontani anni 1920 vi aveva negozio di costruzione, riparazione ed affitto biciclette, un asso del ciclismo di allora, Libero Errante; corridore di rilievo nazionale, si distinse in molte gare favorendo l’entusiasmo e lo sviluppo di questo sport. Il padre era venditore di giornali, ove è ancor ora l’edicola, nella  piazzetta di largo Jursé.

   Nel Pagano/1950 sono segnalate due osterie (68r di Quaglia V.; 82r Grillo B.); un bar all’84r di Maia Teresa; nessuna trattoria).

   Invece nel Pagano/1961: sempre le due osterie dove solo la seconda è divenuta di Manno GB; il bar è divenuto bottiglieria di Marino G.; in più= 64r canc-Rossi D lubrific.; 76r Campana M. commest; 78r Pigoni A noleggia moto; 86r la Amuchina disinfett. ha uno stabilimento; 88r fino a 92r lo spaccio commest- dell’Eridania.

   Solo nel 1987 si sistemò definitivamente la numerazione stradale (dalla scheda della toponomastica, appare solo per i civv.rossi).

   Molte costruzioni sono di proprietà comunale e per alcune di esse in angolo con via T.Grossi, è stata prevista la utilizzazione ad autosilo per auto, abbattendo i capannoni ed usando prefabbricati metallici moderni; ma nel 2008 tutto giace.

 

                                                                      la lapide

  

anno 1930 cerimonia deposizione di lapide ai caduti

   

sottopasso di ingresso e uffici   lapide nel sottopasso                 piazzale (uffici a destra)

===civ 34 si apriva la Raffineria Zuccheri Ligure Lombarda (poi ’Eridania’; descritta alla E).

Nei primi degli anni 1970 era occupata  anche dalla azienda autotrasportatori f.lli De Monti, corrieri celeri giornalieri con sede a Piacenza.

Oggi è prevalente sede della soc. “fratelli Pagano” trasporti.  Pagano Giuseppe (da piccolo autotrasportatore autonomo che iniziò in via del Molo nel 1945, subentrò come sede al grande complesso, nel 1946; con i dovuti sacrifici e valenza, e col subentro dei due figli, sono riusciti a rimanere uno dei pochi efficienti servizi di autotrasporti nazionali, ristrutturando anche due vecchi capannoni per l’uso di deposito, svuotati dei macchinari e rifatti dalle fondamenta. Nei vari passaggi ci si infilarono anche gli speleologi del Gruppo di Roberto Bixio –vedi in via Avio- ma appurarono che solo erano vie di comunicazione tra i vari capannoni e di scarico verso il torrente). Nell’ingresso dell’area di lavoro, c’è un iniziale sottoèpasso nel quale èmurata una lapide che ricorda la visita del re ai vecchi zuccherifici.

   

ristrutturazione del 1998       valvola di chiusura di recipiente

        

===civ.34A e 34B furono assegnati a costruzione scolastica ristrutturata nel 1979. (===ex-civ. 34): edificio scolastico, vincolato dalla Soprintendenza per i beni architettonici.

Da foto del 1930 ca (riferentesi ad una lapide ai caduti con la scritta: ‘vivono nella gloria’ (illusi, poverini!) apposta sopra la porta dedicata ai Caduti in Guerra della Soc.Lig.Lombarda con concomitante premiazione di 17 vecchi –dopo 50 anni di lavoro- operai benemeriti; dei quali 5 riconosciuti meritevoli dal Governo di una Stella Nazionale del Lavoro)  si rileva che la palazzina, allora singola (ovvero senza l’aggiunta del prolungamento a nord), era la sede della Società stessa.

Probabilmente durante l’ultima guerra, tutta l’ala destra, a monte, della palazzina –a nord- è crollata e nel ricostruirla nel dopoguerra (mancano così due finestre al lato del portone che appare decentrato; e la lapide) hanno aggiunto un corpo similare, diverso strutturalmente distinguibile dalle finestre più piccole e basse.

 

ristrutturazione del 1998

Divenne dapprima succursale (1978) della ‘scuola Cantore’ (sul Gazzettino del lug.1979 si legge “l’anno scorso la scuola Cantore ha usufruito della nuova scuola di via Spataro; quest’anno avrà a disposizione l’ex istituto suore di sant’Anna(in via Currò)), poi della scuola succursale  “istituto magistrale statale Piero Gobetti”; poi infine è stato a lungo abbandonato ed occupato abusivamente da extracomunitari. Nel febbraio 2002 è stato circondato da impalcature per lavori, previsti da completarsi in un anno, di ‘adeguamento normative’.

Nel 2007 la facciata è deteriorata da innumerevoli e ovviamente stolide scriutte con bombolette. Una targa sopra l’ingresso principale segnala semplicemente «Istituto Magistrale statale Piero Gobetti»; altra sopra il civ.102r segnala  «Istituto Statale “P.Gobetti” – succursale (di largo Gozzano, 5) – via Spataro N° 34 – indirizzo “Brocca” – socio psicopedagogico», tel. 010 64.69.787.

L’indirizzo ultimo descritto è a carattere sperimentale, con due  diplomi dopo 5 anni: A) di maturità magistrale, conseguibile  con tre diramazioni convergenti=liceo delle scienze sociali; =idem a indirizzo musicale; =socio-psico-pedagogico Brocca. B) di maturità linguistica seguendo il corso ‘linguistico Brocca’.

===civ. 38 la sede della soc. Libertas Genoa Tennistavolo (della FIT-T; vulgo “ping pong”), nata nel 1992, iscritta alla Federazione Italiana (FIT) iniziò una politica di stretto collegamento con le scuole locali al fine di attingere nuova linfa, raggiungendo dopo soli tre anni risultati da campioni nelle varie categorie della disciplina. Sotto la guida del pf. Quaglia (tecnico di fama europea) militano una campionessa mondiale (bronzo a Budapest di Fracchiolla Marina nel 2002), e pluricampioni d’Italia. 

Nel 2007 appare presidente Sergio Montisci e, delegato della struttura federale: Patrizia Boccacci di via GB Monti 56/9b.

a sinistra, la sede della società nel piazzale

Forse è su questa area –definita ‘molto grande’ -  che alla fine del 2009 si parla verrà costruito un polo sportivo – già progettato e presentato al Coni- che conterrà due palestre: una grande, per eventi (basket, volley su tutti) di alto livello; ed una più piccola per allenamenti; ed altre aree da dedicare allo sport.

 

DEDICATA al partigiano, nativo di Roccella Ionica (RC) il 18 mar.1925; operaio dell’Ansaldo Meccanico,  fu tra i primi degli abitanti del quartiere san Martino-Campasso a sentire il bisogno di ribellarsi in modo concreto alle crescenti irruenze dei fascisti. Inizialmente con approcci vaghi, non organizzati, facili ad essere captati dal nemico, si limitò a contattarsi con pochi compagni per fare propaganda orale, distribuire manifestini ciclostilati,  raccogliere materiale vario, opportuno per il futuro: dai vestiti alle armi.  

   Dopo l’ 8 settembre, da questo nucleo isolato, nacque più organizzato il ”fronte della gioventù”, col compito di favorire scioperi tra gli studenti, organizzare il “soccorso rosso”, reclutare nei luoghi d’incontro (Croce d’Oro, don Bosco, bar, Società di mutuo soccorso ) chi condivideva le idee o quantomeno in quei giorni desiderava fuggire per non essere obbligato nelle truppe di Salò.

   Nel giu.1944, tutte queste iniziative confluirono nelle SAP (squadre di azione patriottica), ove lui scelse il nome di battaglia “Roberto”, divenendo comandante del distaccamento Carlo Roncati, della Brigata SAP Giacomo Buranello.

   In una prova generale della agognata liberazione di Genova, malgrado essa fosse stata programmata ed eseguita in gran segreto, le Brigate Nere vennero a sapere del fatto ed organizzarono a loro volta una contromossa che sfociò in uno scontro a fuoco in cui persero la vita due fascisti: il cerchio si strinse fino al 16 dic.1944 quando lo Spataro venne catturato assieme a Jursé nelle sale della Ciclistica.  Furono assieme condotti alla casa Littorio,  e sottoposti ad interrogatori con pestaggio e tortura. Il 15 gennaio successivo, condotti assieme sotto l’archivolto ferroviario del Campasso, nella notte e senza precisa condanna da tribunale, furono fucilati, lasciando i corpi a terra come monito a tutti gli abitanti della zona .

   In tasca ambedue avevano un panino ed una mela; di dubbio significato: falsificare che avessero tradito, e quindi avessero ricevuto promessa di trasferimento, oppure di calmiere onde evitare la fuga se avessero saputo del loro reale destino.

   Sul giornale cittadino, il giorno dopo, si fece riferimento a “salme di due sconosciuti, rinvenute al Campasso, presumibile scontro tra fuorilegge o bande di ribelli, abbandonati a se stessi dagli angloamericani”.

 

BIBLIOGRAFIA

-Archivio Storico Comunale

-Archivio Storico Comunale - Toponomastica, scheda  4260

-AA.VV.-annuario guida archidiocesi-anno/94-pag447  anno/2002-p.483

-AA.VV.-Contributo di SPdA alla Resistenza-PCGG 1997-pag. 197

-AA.VV.-35°SPd ’A  

-Comune di Genova- stradario anno 1953 – pag. 169

-Corti M.-Annuario ligure dello sport-LoSprint 2008-pag. 400

-Doria G.-Investim e sviluppo econom. a Ge.-Giuffrè.1969-vol.I-pag396

-Gazzettino Sampierdarenese:   7/79.1  +  4/81.7   +   2/89.11   +

-il Secolo XIX , del 27.04.02

-Lamponi M.-Sampierdarena- LibroPiù.2002- pag.119

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-Pastorino&Vigliero-Dizionario strade di Ge-Tolozzi 1985-pag. 1724

-Poleggi E&C-Atlante di Genova-Marsilio 1995-tav.21

-Stringa P.-La Valpolcevera- Agis 1980-pag. 92cartina