TRENTASEIESIMO              via 36° Battaglione CC.NN.

 

 

    Questa titolazione di strada, andò a sostituire con delibera del Commissario prefettizio (conte Antonio Canevaro) del 20 aprile 1944 la precedente “via del Gran Consiglio”, subito dopo che questa istituzione fascista cadde nella storica seduta del 24-25 lug.1943.

KIl Commissario Prefettizio, con delibera n. 106c dell’aprile1944 apportò una ‘variazione alla Toponomastica Cittadina’ vito il seguente rapporto del Capo della Direzione civica di Antichità Belle Arti e Storia: «al Commisario Prefettizio, la Direzione scrivente sottopone alla Vostra approvazione il provvedimento che fa seguito teso a modificare, in conformità delle disposizioni vigenti, la denominazione di due strade e precisamente via del Gran Consiglio in San Pier d’Arena e della Passeggiata Principessa di Piemonte in Nervi, intitolando tali vie rispettivamente al 36° Battaglione Camicie Nere e alla Xa Flottiglia Mas»   ‘’...le deliberazioni sovraestese....furono pubblicate il 21 aprile 1944 e lasciate affisse nel tempo e modo consueto all’albo pretorio, senza che siano state presentate opposizioni’’.

   La Giunta comunale poi, cancellò la titolazione il 19 luglio 1945, dedicando la strada al partigiano Federico Avio.

 

DEDICATO A :

   Fa riferimento ad un battaglione delle Camicie Nere,  distintosi in modo particolare sul fronte greco albanese nel 1940. Dopo un anno di guerra, contavano 1528 morti e 3296 feriti (dati ufficiali pubblicati). In quella occasione, il battaglione, comandato da un console (prima l’ufficiale A.Galardo; poi -dal

febb.41- da Silato), viene descritto “36° battaglione d’assalto”; ed in altro episodio enfatizzato con “mai morti”, essendosi riempiti di gloria sui monti dell’Epiro.

    Fu pure inviato sul fronte dalmato-giuliano: una colonna, passata da Fiume, arrivò a Lubiana ed all’isola di Veglia, fino a Ragusa. 

   Nel 1939, la 32a Legione sampierdarenese generale Cantore (formata da 4 coorti, dislocate a SestriP, Bolzaneto e Savona) +  la 31a legione genovese s.Giorgio (di 4 coorti a Busalla e Chiavari) + vari reduci da Cefalonia furono uniti ed accorpati nel 36° battaglione CC.NN. chiamato C.Colombo.

   Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943  il battaglione scelse stare con l’alleato tedesco ed inviato in Germania, dove fece parte della futura ‘divisione Italia’ della RSI.

   Brizi&Cirnigliano, scrivono che “le brigate nere sono suddivise in 39 battaglioni, uno per ciascuna delle province dell’effimera ‘Repubblica di Salò’ o RSI = Repubblica Sociale Italiana”.

    Le CC.NN. erano un vero e proprio corpo militare, praticamente succeduto agli Arditi: nel tempo del  ventennio fascista, ebbero vero nome come ‘Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale’ (MVSN) ma, in breve e per il colore della camicia, CC.NN (questa era stata scelta daglòin Arditi della prima guerra mondiale; poi adottata dai legionari fiumani ed infine dagli aerenti ai Fasci di combattimento fondati nel 1919. In quell’anno, in Italia esistevano anche le Camicie Azzurre, paramilitari e nazionaliste: furono assorbite nel PNF nel marzo 1923).

   Furono politicizzate dal regime facendone un surrogato delle Camicie Brune (membri d’assalto del P. Nazionalsocialista tedesco; poi SS) ; diqueste ‘squadre d’azione’ (da cui il termine ‘squadrista’; il cui grido era ‘eia eia alalà’, e la qualifica tra loro era ‘camerata’ visto che in servizio dormivano in gruppi nella stessa stanza) ne dovettero far  parte  tutti i membri iscritti al partito (PNF) nonché i dipendenti delle associazioni giovanili  (che vi entravano col grado di semplice milite, corrisponde al soldato semplice o all’allievo carabiniere).

   Dopo l’8 sett.1943  nell’Italia del nord si costituirono vari  corpi delle CC.NN  facenti parte del partito fascista repubblicano, assoggettato all’invasore nazista; a Genova la sezione del PFR venne costituita il 19 settembre, e la targa della strada presumibilmente ebbe origine da questa data.

 Gli arruolamenti degli squadristi  (vecchi personaggi estremisti della prima ora, che per necessità di moderazione erano stati emarginati dal partito stesso), vennero ‘riesumati per la ricostruzione del Partito Fascista nella RSI’ e per ripulire il paese dalle bande, dai felloni e traditori. La loro condotta biasimata dagli appartenenti dell’ordine, veniva da loro definita inqualificabile perché privi di funzione giuridica ma nondimeno impuniti, spesso determinate da rancori personali o razzismo, con atteggiamento minaccioso e violento, con sistemi brutali fino alla tortura, sconfinamento nel sadismo e prevaricazione specie del clero, dei ricchi, degli industriali. Furono loro ad iniziare e creare la legalizzazione della precipitazione pressoché totale della morale nella vita pubblica nonché  discredito generale verso il fascismo.

La cellula base era la ‘squadra’; tre di esse formavano una compagnia. Tre compagnie un battaglione. tre battaglioni una brigata nera. Dal luglio 1944 iniziò ad operare a Genova la Brigata Nera Silvio Parodi, affidata a Livio Faloppa; erano 544 uomini a sett.; 1016 nell’apr.45.

Nella lotta ai ribelli, da fine marzo 44 vennero selezionati 3mila volontari scelti, per formare le ‘compagnie della morte’

   A Sampierdarena avevano più caserme dislocate, ma le più note sono quelle di via Carzino nella palazzina dell’Universale ed in via C.Dattilo (dove ha sede la Telecom) ed in corso dei Colli (L.Martinetti). Pare una fosse in via Vicenza, al civ.2 o 4, ivi succeduti ad una caserma di Carabinieri prima che essi si concentrassero in corso Martinetti.

   Fu un tetro periodo bellico, costituito da spedizioni punitive e ritorsioni con arresti, torture, vendette e fucilazioni; applicò il richiamo obbligato dei giovani anche ex militari sbandati; non si oppose, anzi collaborò alle deportazioni degli operai in Germania;in un periodo storico senza notizie precise se non quelle deformate dalla propaganda (radio e giornali) la sua fama favorì indirettamente la fuga sui monti di molti giovani e la formazione delle “bande partigiane” a cui poi dette la caccia, con eccidi anche di massa.

   Finirono la loro legalizzata  violenta esistenza,  praticamente con l’uccisione di Mussolini il 28 apr.1945.

   D’Oria dice che il nome era ‘milizia volontaria di sicurezza nazionale’.

 

BIBLIOGRAFIA

-Antonini S.-La Liguria di Salò-DeFerrari.2001-pag.72.

-Archivio Storico Comunale  Toponomastica -  scheda 4476

-AA.VV.-Contributo di SPd’A alla Resistenza-PCGG.1997-pag.36.54

-Brizi&Cirnigliaro-Percorsi ‘resistenti’in v.plocevera-Brigati.06-p.194

-Enciclopedia Sonzogno  

-Genova, rivista municipale :  2/41.51.78 + 3/41.71.78 + 4/41.1.44

-Internet-google-36° battaglione CC.NN.

-Stradario del comune di Genova – edizione 1953-pag.15