Indice delle date

 

00-MISCOSI

1265-Peutinger

1410- Sconosciuto -Bordoni

1435-BECCARI

1483-FORESTI

1513-DOMENICO da Lugano

1540 (ca) -Sconosciuto Nordico

1544-MUENSTER Sebastian

1544-Sconosciuto

1545-CADORIN

1545-MATRAKÇI

1553-VanDenWINGAERDE

1571-ANONIMO

1572-HOGENBERG

1585 (ca) -CALVI

1586-PEROLLI

1590-SAUR A.

1597-DE' GRASSI

1597-MAGINI

1616-BORDONI

1625 (ca) -VIGNE

1631-ANONIMO Palazzi Vaticani

1636-DAVID

1637-BARATTA

1638-ANONIMO

1638-FIASELLA bronzo

1638-FIASELLA tela

1640-ROSSI

1650 (2ª metà) -RINGLE

1650-Sconosciuto

1655-ANONIMO

1675-PETRE'

1684-COMBES

1684-Sconosciuto

1684-Sconosciuto Coevo

1690 (ca)-DOLIVAR

1695-FOUARD

1695-LEGER

1696-CORONELLI

1700 (1ª metà) - ANONIMO

1700 (1ª metà) -DECHER

1700 (1ª metà) – Pittore Ligure Sconosciuto

1700 (1ª metà) -Sconosciuto

1700 (1ª metà) tedesco sconosciuto

1705-DE FERR

1705-VAN LOON

1708-VOLKHAMMER KRIEGER

1725 (ca.) -OTTENS

1730-SAUR J.F.

1740-insicuro se SPdA

1743-VINZONI

1747-Sconosciuto

1750 (ca.)-RINGLE

1774-ACCINELLI

1796-GIOLFI

1822-PARKE

1830-GARIBBO

1831- CANIANI

1845-Ignoto

1853-BOSSOLI

1860-CAMBIASO

1875-BONATTI G.

1894-PORRO –Istituto Idrografico d.M.

 

Commento

Penso sia un modo come un altro, per dimostrare affetto, amore o passione, a una persona, cosa, animale, averlo riprodotto in ritratti multipli; e non stancarsi, anche se poi l’abbiamo sotto il naso tutto il giorno. Perché fissare una immagine non è bloccare o rifiutare l’evoluzione del tempo, ma spiegare al nostro inconscio il perché abbiamo quel preciso e - inspiegabile in altro modo – sentimento. Vale per i familiari, ma anche per tutte le cose che rientrano nel circuito dell’affetto, da un viaggio alla propria città.

   Così, scoprire e proporre l’iconografia della propria città – e per me trattasi di san Pier d’Arena - sia sotto forma di pittura, affresco, quadro, statua o fotografia, con le tracce di case, di strade, di giardini, è come capire il perché oggi la realtà è questa che vedo dalla finestra rispetto quella che l’immagine mostra: un edificio – per esempio - non è lì per caso, ma voluto da uno antico concittadino che amava stare qui, e quindi una traccia del passato che è viva ancor oggi.

   Le immagini hanno quindi il compito della conservazione della memoria del tempo passato. Quelle che riguardano l’antico borgo di San Pietro d’Arena iniziano con segni simbolici appena tracciati, perfino ingenui nella loro primitività, per secoli - sempre e solo - nel margine di ponente della città di Genova. Per migliorare la descrizione, occorre aspettare molto tempo, e gradatamente; solo quando il borgo acquisì importanza autonoma (e allora effigiato più di tutti gli altri sobborghi di Genova) quasi come un lavoro di rifinitura nella quale si vedono aggiungere all’insieme centrale anche le cose belle e significative periferiche.

   Eccetto le prime rappresentazioni (da noi ricordato con una strada, è solo il cartografo Battista Agnese), atte a soddisfare qualche nobile o principe, con poco di vero misurato e quindi rappresentate con schemi figurativi grossolani, via via l’illustrazione diventerà sempre più raffinata e precisa a partire dal 1700 (la carta del Vinzoni è tipica della pignolesca suddivisione territoriale – non scevra di minimi errori nelle attribuzioni ma non nella distribuzione del territorio) sino ad arrivare al dettaglio del secolo successivo, che a sua volta verrà soppiantato dalla fotografia e poi oggi dalle immagini satellitari.

   Iniziando dalle simboliche raffigurazioni dal XI al XIV secolo, si passa al quattrocento, quando – come dicevo sopra - l’immagine è solo di Genova. Gli studiosi segnalano che delle iniziali documentazioni iconografiche della città, poche sono sopravvissute (scomparse quella ordinata in affresco al Vasari nel 1484, ordinata da papa Innocenzo VIII; e quella del 1497 ordinata da Francesco Gonzaga a Bellini). Esistenti  invece una del 1481, fortunatamente ricopiata del De’Grassi; una del Foresti del 1486, ed una di Schedel del 1493.

   Del Cinquecento invece, si segnala un affresco datato 1513 esistente in una chiesa sul Lago di Lugano;  ed uno di Giorgio Vigne  che se pur riferendosi a 1512-4, fu dipinta un secolo dopo. Quindi gratitudine a quegli incisori, pittori, militari  che ci consentono confronti – nel bene e nel male - dell’evoluzione dell’uomo nella corrispondente evoluzione dell’ambiente in cui visse.

   Nel seicento, inizia e prolifica la stesura di carte a più preciso scopo militare: ruolo importante nel confermare la visione dal mare (unico modo per poter agevolmente aggredire la città) con le sempre più definitive rappresentazioni a volo d’uccello (o assonometriche, o a cavaliera).

Sono frutto delle ricognizioni preliminari degli ingegneri di imperatori o dei re (specie di Francia, per futuri bombardamenti o assalti): essi vennero allora alla ricerca di fortificazioni e dei dettagli utili allo schieramento delle proprie forze.

   Nel settecento, il miglioramento delle tecniche riproduttive, come la litografia, resero disponibili - commercialmente parlando - le immagini da stimolare sia i numerosissimi viaggiatori stranieri verso una città da visitare (vere guide turistiche ante litteram, come i “Souvenirs de Gènes” di produzione francese) e sia i commercianti e finanzieri da confortare, come con una garanzia, attraverso l’imponenza della città rappresentata.

   Nell’ottocento la stampa dei libri si fa più completa e l’iconografia esce dalle incisioni e si allarga alla pittura di paesaggio; in particolare a noi interessa il vedutismo (Garibbo, Cambiaso) che ripropone l’immagine come vista dall’autore e come era precisa rappresentativa ai suoi tempi.

 

   Nel silenzio di una carta, c’è tutto il chiasso di migliaia di anni.

Anche la cartografia è un tipo di cultura: rappresenta una immagine fissata in una determinata età, con le caratteristiche del luogo e dei tempi altrimenti non evocabili mentalmente neanche leggendo i libri.

 

 

-AA.VV.-Genova Genova-ed. Secolo XIX-1992

-ACCINELLI FM-Atlante Ligustico-Tolozzi-pag, 33.118.

-BARLETTARO&GARBARINO-la raccolta cartografica deArch.DiStato

-BO Carlo-chi di genova negli scritti di autori stranieri-ERI-

-BRIZZOLARI-Storia di Genova sul mare-Vallecchi

-BRUNETTI&MAZZINO-Guerre e guerrieri genovesi-NEG-

-MAGNALI Lauro-Il tempio di Venere-Sagep

-PATRONE&PLENGINO-LaLiguriaDiPonente-v.3-Cambiaso

-POLEGGI-Iconografia di Genova-e delle Riviere-CARIGE-Sagep.-1976

-VINZONI M.-pianta delle due riviere-Sagep-pag.84

 

- Foresti Jacopo - Supplementum Chronicarum di -1486

- Schedel Hartmann-Liber Chronicarum1493 ill.Wolgemut-non descrive SPdA

-Hoefnagel Joris-Civitates Orbis Terrarum – inciso a Anversa- n.1572

 

 

da chiarire

-carte eguali e copiate, tipo De Grassi

-BORDONI (__-1615)

-Porro